Riti Del Drago
Supplemento per Vampiri: il Requiem
Scritto da: Greg Stolze
Edito da: White Wolf
Distribuito da: 25 Edition
Pagine & Rilegatura: 120, Cartonato/Vellutato
Prezzo: 19,95 Euro
“Nello specchio dell’abate
vidi riflesso il mio volto distorto,
e conobbi il lupo infernale
che ero diventato”
-Vlad Dracula
Il manuale I Riti del Drago include la storia della trasformazione di Dracula e della maledizione lanciata su di lui da Dio, le origini dell’Ordo Dracul ed i secreti e la filosofia della congrega. A colpo c’occhio il libro si presenta veramente bene, l’immagine di copertina di Benney è veramente evocativa e la scelta del colore argento spicca sul rosso del velluto che rilega il libro. Al di là dell’utilizzo che può farne un Narratore il libro è veramente bello anche, e soprattutto, per una collezione, la scelta della copertina vellutata e dell’argento della grafica rende il testo un pezzo da “esposizione” che sicuramente si fa notare in mezzo ai tanti manuali cartonati o, a volte, brossurati che possiamo vedere in libreria. Il volume conta 120 pagine, di certo non moltissime, soprattutto se si vanno a sottrarre le varie illustrazioni, ma sono più che sufficienti per descrivere la storia di questa congrega, raccontata in prima persona dal Principe delle tenebre per eccellenza: Dracula.
Il racconto si apre con il classico prologo: “Sotto stelle incerte”; una riflessione sul cambiamento scritta da Dracula per regalare ai posteri, o ai suoi discendenti, perle di una saggezza secolare, di chi, come lui, ha viaggiato nell’oceano del tempo, ha conosciuto epoche e uomini, bestie, paura e trionfo, un uomo destinato ad essere molto di più: un Vampiro. Nel suo diario, un diario come pochi, scritto da chi è destinato al sonno, perché “un eccesso di forza è per Noi irresistibile”, si condensano per poi evaporare il desiderio di potenza, la fierezza di una nobile stirpe e la speranza di tornare nella convinzione che “attraverso il cambiamento incessante, qualcosa di fermo e permanente può sopravvivere”. Il più famoso tra i Vampiri si racconta e nel farlo parla di sé dicendo di non essere più il mostro collerico la cui casa venne rubata, ma di essere tutti i personaggi che ha indossato, tutte le anime che lui e la sua persona ha subito e conclude affermando di essere al tempo stesso la spada ed il fabbro che la forgia. In queste dieci pagine, oltre al contenuto testuale, vanno notati i disegni, in modo particolare quelli di Mimura e di Hughes, ed il layout di stampa veramente ben curato.
Il primo capitolo “Il libro dei morti” inizia con una splendida scena di battaglia, stiamo parlando del Dracula storico, quello che combatté contro i Turchi per difendere le frontiere più orientali del Cristianesimo contro l’ondata pagana. Nelle prime pagine troviamo il racconto dei suoi ultimi momenti di vita, del suo ultimo scontro…ed alla fine di tutto del suo trapasso e dell’incontro con L’Altissimo. Il Figlio della Valacchia faccia a faccia con il Dio per cui combatte, per cui ha versato il sangue di decine d’infedeli, fino ad arrivare nell’ultimo momento a versare il suo. Il dialogo, toccante e profondo, mette uno di fronte all’altro, il guerriero che vuole tornare al mondo per continuare ad uccidere nel nome di Dio ed il Creatore che gli mostra le barbarie da lui compiute nel nome di un giuramento pronunciato sull’altare di Snagov e mai mantenuto, o meglio attuato come una bestia potrebbe accudire un uomo. Di fronte alla convinzione ed alla sfida che Dracula mostra a Dio Lui lo punisce, lo fa tornare in vita, gli concede di dominare la carne mortale ma il prezzo è alto: è la schiavitù della carne stessa. Dopo essersi risvegliato il primo pensiero fu la vendetta, ma per ora la Chiesa Cristiana era al sicuro, Dracula voleva occuparsi di un nemico più infimo e meritevole delle sue cure, il turco Radu. Dopo essersi infilato nella sua stanza in forma di pipistrello Dracula decise di punirlo nel peggiore dei modi: legandolo a lui, rendendolo suo schiavo. Gli fece bere del suo sangue per tre notti e lo rese il suo burattino. Il racconto prosegue con l’incontro con Mara, sua primogenita e su come Dracula imparò a creare Vampiri e si conclude col loro ritorno a Castel Dracula. Anche in questa parte il layout è grandioso e le illustrazioni sono di una fattura superiore alla media, da menzionare sono quelle di Williams ed anche quelle di Laubenstein, anche se a mio avviso un po’ troppo orientate verso il fantasy.
Il secondo capitolo “ Il libro del sangue” si apre con il risveglio del nostro scrittore e con nuovi interrogativi legati alla trasformazione ed al desiderio – necessità di tornare sui suoi passi ma con bisogni sempre nuovi…Dracula ora è alla ricerca di una delle più importanti reliquie della Cristianità: la Lancea Sanctum, ovvero la lancia utilizzata da Longino per trafiggere il costato di Cristo durante la crocifissione. Dopo aver incontrato i Consacrati, Mara lo spinse ad allontanarsi da questa setta per iniziare la sua ricerca del Circolo della Megera, dopo un anno di ricerche finalmente venne accettato nel Circolo ed iniziato ai segreti del Crùac. Al ritorno al castello Dracula dovette confrontarsi con le nuove prove che Dio gli aveva posto, la prima fu la sete, la brama di sangue che rende invincibile un Vampiro ma allo stesso tempo lo costringe ad una violenta schiavitù. Poi dovette superare la nuova paura, quella verso il fuoco, compagno di tante notti ed ora eterno nemico. Mentre Dracula si adoperava per cristallizzare le sue paure e purificarsi da questi elementi una strana visita violò la tranquillità del castello. Non erano zingari né un esercito, ma tre uomini. Il primo era uno studioso, la seconda una donna dagli abiti di seta orientale, l’ultimo era un sassone. Appartenevano tutti al Circolo dei Tre Lati, erano cercatori di verità esoteriche e l’avevano riconosciuto come un Wampir, da qui il testo racconta del loro breve scontro e di come la donna si sia immolata ad ostaggio per salvare i suoi compagni di viaggio. Dopo alcune notti Mara la trasformò in una di loro, la stirpe di Dracula andava aumentando. Questo secondo capitolo, forse emotivamente inferiore al precedente, si dimostra ben scritto ed illustrato, sicuramente un bel passo per capire la filosofia e l’evoluzione di Dracula.
Il terzo ed ultimo capitolo “ Il libro del Tempio” racconta il viaggio a Parigi, l’incontro con Fouchard e la crescita delle Spire. Mara racconta di Praga e delle sue seguaci, Anoushka e Lisette in un bel dialogo col suo creatore. Nel dialogo si legge la forza e le aspirazioni di questi Vampiri tutti legati tra loro ma ognuno mosso da obiettivi diversi e si conclude con la più grande tra le decisioni, insegnare le Spire a chi si dimostra veramente degno di conoscerle…da qui la discendenza di Dracula e la nascita dell’Ordo Dracul. Il testo si conclude con le regole che devono rispettare gli studenti delle Spire e con i sogni, o meglio le visioni, di Dracula.
In conclusione I Riti del Drago è davvero un bel volume, forse non indispensabile per un Narratore alle prime armi ma fondamentale per chi, come me, di questo fantastico gioco non apprezza solo le sessioni da tavolo o live, ma anche tutte le innumerevoli storie che ne creano l’ambientazione , in una piramide che ha come vertice il Narratore ed il suo party sicuramente questo libro rappresenta un ottima base. I testi sono molto curati, la storia si legge tutta d’un fiato, la grafica e l’impaginazione sono magistrali, le illustrazioni curate da Bader, Chaney, Hughes, Laubenstein, Mimura e Williams sono fenomenali, evocative ed esplicative. La traduzione di Marco Crosa non presenta imperfezioni o forzature, anzi tutto il testo è estremamente scorrevole; Pasqualotto, Bianchini e Rastelli hanno presentato veramente un buon prodotto e la White Wolf continua a non farci rimpiangere produzioni precedenti. Anche I Riti del Drago merita una posizione di rilievo, come un po’ tutta la linea editoriale di Vampiri: il Requiem, nel mondo del gioco di ruolo.
Recensione di: Kirlian
VOTO 6.5
kirlian79@gmail.com
Sito ufficiale della casa editrice: www.25edition.it
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