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Il Regno di Osiride
Modulo geografico per Sine Requie
Leonardo Moretti e Matteo Cortini
 


Nel mondo di Sine Requie l’Egitto sembra la terra che più di tutte è riuscita ad adattarsi al giorno del giudizio, dopotutto stiamo parlando di una terra il cui popolo nell’antichità aveva uno strettissimo legame con i morti e con il culto legato ad essi.

Quest’ultimo supplemento per la prima edizione di Sine Requie si presenta come un manuale di 64 pagine, in bianco e nero e spillato (esattamente come avveniva per i manuali precedenti, fatta l’eccezione di Terre Perdute). Le illustrazioni – non numerose – risultano piuttosto gradevoli e ben realizzate e a contornare il tutto vi sono anche alcune tavole da fumetto (già meno gradevoli dal punto di vista realizzativo) che contribuiscono a rendere l’idea dell’impatto che l’avvento dei morti ha avuto sull’Egitto di questo 1954 alternativo. Edito dalla Rose & Poison, il manuale è venduto ad un prezzo di € 12,90.

Egitto, terra di misteri e patria di una tra le più antiche civiltà… cosa può essere avvenuto con il risveglio dei morti in un paese dove per centinaia di anni la popolazione dava tanto peso alla vita oltre la morte e i morti venivano riveriti e preservati tramite mummificazione? La risposta è piuttosto scontata: cadaveri vecchi di migliaia di anni hanno ripreso a camminare sulla terra… morti – in molti casi – dotati di poteri smisurati e incredibili. Ed è così che gli antichi faraoni sono tornati e uno solo tra di essi ha preso il dominio della nazione. Dopo un sanguinario scontro coi suoi simili, Ramesse III, proclamatosi incarnazione del dio Osiride, ha preso le redini del comando quale unico re-dio della nazione, rivoluzionando e stravolgendo completamente la società, cercando di ricreare i fasti del proprio antico regno.
Forte dei suoi enormi poteri e dell’apparente capacità di tenere a distanza i morti più deboli dalla valle del Nilo, Ramesse indossa la doppia corona dell’Alto e del Basso Egitto, amato da gran parte della popolazione, ma non senza che ci siano delle ombre ad oscurare l’apparente stabilità del suo regno…
L’unica fede ammessa in queste terre è quella negli antichi dei, le chiese e le moschee sono state rase al suolo o semplicemente sigillate nel caso degli edifici di maggior valore artistico, mentre nuovi templi e splendidi palazzi sorgono nelle città, grazie anche alla ricchezza e alla florida economia di questo paese, resa ancor maggiore dal controllo dei pozzi di petrolio della penisola del Sinai e del deserto vicino alla Libia.

La società dell’Egitto del 1954 è una terra piena di contraddizioni, da una parte la rigida cultura imposta da secoli di dominazione islamica, dall’altra la società “libertina” e “di facili costumi” dell’antichità, oltre alla presenza dei soldati alleati e dell’Asse sopravvissuti alla guerra e alla tecnologia tipica di quegli anni, tecnologia non disdegnata da Ramesse e dalla sua corte er che vede la sua massima espressione nei nuovi ordigni bellici e nel carro reale, enorme carro armato rivestito di lamine d’oro e sul quale campeggia il trono da cui Osiride Incarnato guida le sue armate in battaglia..
Il senso del pudore imposto dalla società islamica cozza pesantemente con i costumi dell’antica società egizia, basti pensare anche al solo modo di vestirsi, dai veli e i pesanti abiti imposti alle donne dalla fede islamica alle semplici gonne e al seno scoperto tipico delle antiche usanze. E’ chiaro che una parte della società rifiuti i “nuovi” costumi e veda in Ramesse l’incarnazione del demonio, tesi rafforzata dalla necessità del sovrano di nutrirsi della carne dei viventi, carne che egli ottiene tramite l’Offerta, ovvero la scelta forzata delle più belle giovani dei due Regni.

Ma non è solo la popolazione più “tradizionalista” ad avversare il regno di Ramesse, se nei villaggi più isolati e lontani persevera la tradizione islamica e i nuovi costumi sono avversati e faticano a prendere il sopravvento, è anche vero che nel deserto dominano i nomadi Tuareg, ormai visti come unici veri rappresentanti della fede che vivono razziando villaggi e combattendo le forze del Re-dio…
Inoltre altre e ben più subdole minacce insinuano il potere del sovrano: dal misterioso culto clandestino tramandatosi attraverso i secoli dedito ad Apep e guidato da Cheope (o meglio da ciò che ne resta) fino alla città di Ombos. Quest’ultima è dominata da Seti I, Tutankhamon e Meritarum, sopravvissuti alla guerra tra i faraoni, si sono rifugiati nel sud prendendo il controllo di una città e trasformandone la società secondo le loro esigenze… Se il dominio di Ramesse può ancora essere definito benevolo, altrettanto non si può dire di quello esercitato dal trittico di sovrani di Ombos: qui gli uomini sono considerati al pari di bestie da soma e nutrimento per i morti, costretti a condizioni di vita disumane e ad un rigido piano di riproduzione per controllarne il numero… nell’attesa di muovere contro le forze del faraone e di portare l’incarnazione di Seth (se Ramesse è l’incarnazione di Osiride, Seti altri non può essere se non l’incarnazione di Seth) al dominio dei due regni, dopo che la prima battaglia tra i due si è risolta in un sostanziale nulla di fatto.
Inoltre la terra d’Egitto resta ricca di misteri… In particolare un antico tomo maledetto il cui titolo risponde ad Al Azif (Necronomicon per i più) sembra passare di mano in mano portando indicibili sofferenze e lasciando trapelare l’esistenza di forze tanto potenti e misteriose da trascendere l’umana comprensione…

Questa è una rapida carrellata sull’Egitto del mondo di Sine Requie, dal punto di vista del materiale regolistico il manuale – fortunatamente – non eccede, cosa che considero positiva soprattutto perché questo è e deve essere un manuale che gioca sulle atmosfere esotiche e sulla contraddizione della società “promiscua” di questo 1954 alternativo.
A parte un raffronto tra le definizioni utilizzate per i morti in Egitto e quelle “canoniche” del Prof. Pelagatti (che dal mio punto di vista potevano anche essere più stringate), una manciata di nuovi carri armati e di nuove professioni non c’è altro a “disturbare” la lettura, tra l’altro decisamente scorrevole e – nella maggior parte dei casi – piacevole. Inoltre i sette spunti per avventure forniti non fanno che confermare ulteriormente quanto varia e ricca sia l’ambientazione creata dagli autori per questo manuale.

Commento: Il Regno di Osiride è un ottimo supplemento, piuttosto ricco di informazioni (anche se forse sarebbe stato auspicabile dedicare maggior spazio alle informazioni geografiche anziché dettagliare tanto i png, un paio dei quali ho trovato persino superflui), ma soprattutto versatile, il materiale offerto è sicuramente un ottimo punto di partenza per numerose campagne decisamente variegate. Un manuale decisamente consigliato.

Voto 7,5/10

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