Come vi avevamo anticipato la scorsa settimana torniamo oggi su un tema interessante sollevato nell’editoriale di DM Magazine 33 firmato dal suo direttore Ciro Alessandro Sacco dal titolo “Al Servizio di Chi?” Se non avete ancora avuto occasione di leggerlo potete trovare tutte le indicazioni su come scaricare gratuitamente DM Magazine 33 QUI.
Parliamo infatti della informazione Ludica e di quanto sia libera e corretta. Io, lo dico subito, condivido solo in parte l’analisi molto dura fatta in questo editoriale.
Partiamo con il dire che di informazione in ambito ludico sembra ce ne sia molta oggi, internet e la grande facilità di diffondere informazioni che ne consegue hanno trasformato ognuno di noi in un piccolo veicolo di informazioni. Tuttavia il fiorire di Blog, Community ecc, dedicati anche al mondo del gioco specializzato di cui noi ci occupiamo non necessariamente equivale ad un ampliamento della informazione ludica. Sembra assurdo forse a qualcuno di voi, ma esprimere i propri gusti e parlare di quel che “ci piace” non è fare informazione. Su internet, ovviamente, le persone per lo più parlano di quello che piace a loro, è del tutto normale, ma se si vuole fare informazione in un settore bisogna andare oltre questo, il gusto e l’opinione personale sono davvero l’ultima cosa da inserire in un lavoro giornalistico, non dico serio, ma per lo meno passabile. Se dunque facciamo un po’ di scrematura di blog e quant’altro che si occupano di “ciò che piace a chi li gestisce” e andiamo al sodo di chi fa informazione veramente in questo settore, ci si accorge che non c’è poi molto in giro. E questo per non parlare dell’informazione cartacea ovviamente, che, con la soppressione, ormai due anni fa, di Game Master Magazine, rivista per la quale ho avuto l’onore di svolgere le funzioni di Capo Redattore per quattro anni, non è rimasto più nulla.
L’informazione dunque, come dice bene anche Ciro nel suo editoriale, è affidata solo agli appassionati e ai comunicati stampa degli editori (almeno di quelli che si prendono la briga di farli), solo che queste persone sono un gruppo estremamente piccolo. Il fatto che non ci siano “professionisti” nel settore dell’informazione ludica dipende essenzialmente dalle dimensioni del settore stesso che non riesce a permettersi di mantenere qualcuno che parli di se stesso, tuttavia questo non è necessariamente un problema. Se il settore è piccolo significa anche che si può seguirlo in maniera adeguata anche svolgendo il lavoro di “informatore ludico” in maniera part-time.
E veniamo ora al punto centrale sollevato nell’editoriale, sebbene non ci siano professionisti ne testate economicamente legate al mondo di cui parlano, il nostro amico Ciro lamenta una sottomissione dell’informazione di settore agli interessi degli operatori del settore stesso, editori ed enti fieristici sopratutto. Io non vedo una così imponente sottomissione invece. Quello che vedo è una informazione nelle mani di un piccolissimo gruppo di persone che si conoscono tutte, che tutte hanno avuto, e spesso hanno tuttora una parte attiva nel mondo di cui parlano a volte avendo lavorato o collaborato con editori, organizzato manifestazioni e fiere, fatto il negoziante, il distributore o altro. Insomma persone che hanno vissuto in prima persona esperienze che gli permettono di vedere una semplice notizia come il ritardo di una uscita programmata e annunciata, tanto per fare un esempio, nelle sue molteplici motivazioni editoriali, e dunque di presentare la notizia, spesso con toni, modi, e un fare, che potrebbe sembrare, al giocatore comune, “dalla parte dell’editore” tanto per riprendere il titolo dell’editoriale. In verità molto spesso chi fa informazione in questo settore, proprio perchè parte da giocatore, ed è un giocatore, ma al contempo ha fatto molteplici esperienze nel campo ludico, svolge un ruolo di raccordo tra il mondo degli appassionati e quello produttivo, editoriale. Spiegandone le dinamiche, evidenziandone le difficoltà e i risultati positivi. Con questo non voglio dire che bisogna ignorare comportamenti scorretti, mancanze e altro ovviamente. In tanti anni che mi occupo di informazione non ho mai concordato una intervista o evitato una domanda ne oggi su GdRItalia ne ieri su Game Master Magazine, mentre tante volte mi sono ritrovato a non limitarmi a spiegare ai miei lettori che il manuale X arriverà in ritardo ma anche a spiegargli come mai, spesso svelando un mondo, al giocatore comune, che non si aspetta, fatto di cifre molto piccole, tirature bassissime, aziende ed editori composti di due o tre persone al più… tutte cose che, mi ricordo, quando ho iniziato a fare informazione in questo settore la gente non sapeva. Mi ricordo i commenti stupiti di moltissimi lettori le prime volte che si spiegava e raccontava la tiratura di un manuale, quando se ne analizzavano i costi produttivi ecc. Oggi ci si stupisce molto meno, ma questo proprio grazie al grande lavoro di informazione fatto negli anni che ha estremamente avvicinato il consumatore alla realtà “vera” di questo settore.
L’informazione ludica in Italia è dunque, per me, essenzialmente poca prima di tutto, già solo se fosse di più tutto questo discorso cadrebbe grazie alla semplice pluralità di canali, ed ha invece il merito di essere fatta da persone che conoscono mediamente benissimo l’ambiente essendo in grado di spiegarne le dinamiche ai loro lettori, ma allo stesso tempo, proprio perché così addentro al mondo editoriale, sempre a rischio di eccessiva indulgenza verso le difficoltà di un mondo in cui hanno loro stessi operato in qualche modo.
Massimo Lizzori