In molti paesi esistono riviste dedicate al larp, e in alcuni di essi i giochi di ruolo dal vivo sono così popolari che la rivista locale si trova anche in edicola. In questo panorama la rivista trimestrale Playground, di cui vi voglio parlare oggi, rappresenta un caso un poʼ particolare.
Prima di tutto, è un caso più unico che raro di rivista veramente internazionale: i collaboratori sono sparsi in tutta Europa (e non solo), e dopo i primi quattro numeri le redini della redazione sono passate agilmente da un team norvegese a uno danese. La rivista è ovviamente in inglese, e cerca di mantenere una prospettiva aperta a tutto ciò che si fa sotto il nome di larp (o simili) in tutto il mondo: penso che in nessunʼaltra rivista si possano trovare tanti servizi ricchi di foto, informazioni e curiosità su live giocati in Polonia, in Israele, in Bielorussia o in Nuova Zelanda (e, sorpresa sorpresa, anche in Italia!). Non sono trascurati nemmeno i settori adiacenti al larp, dal gioco di ruolo tabletop al teatro sperimentale.
Inoltre, tutta lʼestetica della rivista fa rimanere un poʼ di stucco chi è abituato alle riviste di larp con in copertina la classica leggiadra fanciulla truccata da elfa (o il classico mica-tanto-leggiadro marcantonio truccato da orco): dalla copertina ai disegni a tutte le scelte grafiche, sembra di sfogliare una rivista di arte moderna più che una di giochi. E proprio qui sta la scommessa dei fondatori della rivista: dare al nostro hobby preferito un look cool e trendy, che renda un poʼ più facile la sua accettazione nel vasto mondo dei non-gamer. E devo dire che, dopo aver vissuto lʼesperienza di provare a leggere in treno una rivista di larp tedesca con in copertina il faccione di un tizio truccato da demone, tutto rosso e con le corna, non mi sento di disapprovare questo tentativo.
Forse lʼunica accusa che si può fare ai bravi redattori di Playground è quella di essere un tantino elitari: difficilmente troverete nella loro rivista recensioni dei live di massa britannici, tedeschi o americani, è più facile che ci troviate quella di un live per cinque persone giocato in una baita in Lapponia. Spesso dagli articoli traspare la voglia di shockare più che la voglia di informare (vedi anche la censuratissima copertina del numero 1). Va detto che la cosa è dichiaratamente voluta, anche se devo ammettere che con il nuovo team danese lʼelitarismo è notevolmente calato: ognuno di voi si può fare le proprie considerazioni su questa scelta. Però intanto questi ragazzi ci sono, credono nel loro progetto (“the new wave in role-playing”, come recita il sottotitolo della rivista) e non si può negare che lo mettano in pratica in maniera impeccabile.
Da qualche giorno i nostri eroi hanno messo a disposizione sulla piattaforma MagCloud tutti i numeri usciti finora, in formato digitale: cliccando sulla copertina di ciascun numero potete accedere a una pagina web da cui si possono acquistare le versioni PDF, iPad e WebViewer, e anche farsi spedire a casa la versione originale cartacea. Il prezzo di questʼultima onestamente non è dei più accessibili (va anche detto che ciascun numero è di 64 pagine in carta spessa e coloratissima), ma ora che sono uscite le versioni digitali, a 4,60 euro a numero, mi sento di consigliarne lʼacquisto: direi proprio che ne vale la pena. Inoltre, sempre dalle pagine web dedicate ai singoli numeri è possibile sfogliare in formato mignon lʼintera rivista e leggere a pieno schermo le prime pagine, così il potenziale lettore si può fare unʼidea di quello che va a comprare.
Insomma, quella di Playground è unʼesperienza sicuramente interessante, che da oggi con le versioni digitali potrà raggiungere un pubblico più vasto rispetto a quello che ha raggiunto finora. Vale sicuramente la pena di darle almeno unʼocchiata, perciò ora basta chiacchiere e vi lascio sfogliare in pace qualche numero. Ci potete arrivare non solo tramite il già linkato sito MagCloud, ma anche cliccando sulle copertine dei singoli numeri in questo stesso articolo. Buona lettura!
Scrivi