Grenselandet è un festival internazionale dei live da camera che si tiene ogni anno a Oslo, organizzato dall’associazione Fantasiforbundet in collaborazione con il network di organizzatori di mini-live Laivfabrikken. Fino a quest’anno non c’ero mai andato: l’iniziativa è davvero pregevole e ha tutto il mio sostegno, ma in Italia ho fatto talmente tanti live da camera e convention a essi dedicate che penso ne avrò abbastanza per i prossimi dieci anni… senza contare che dover parlare in inglese per certi tipi di live (basati sull’immedesimazione o sulla recitazione) è un po’ un ostacolo. Però all’ultima edizione (che si è tenuta il 23 e il 24 novembre) mi hanno invitato a organizzare un live pagandomi viaggio, vitto e alloggio, quindi non potevo certo dirgli di no!
Innanzitutto devo dire che non mi aspettavo così tanta gente a una manifestazione tutto sommato di nicchia, arrivata però alla cifra record (che ha provocato qualche problema di spazio) di 120 partecipanti provenienti da 8 paesi diversi. Oltre ai soliti scandinavi e a qualche sporadica presenza dal Sud Europa c’erano un grosso gruppo di bielorussi e un bel gruppetto di palestinesi: Fantasiforbundet infatti lavora da tempo su progetti legati al larp di valore politico, sociale ed educativo in Bielorussia (il concorso Larpwriter Challenge, la Larpwriter Summer School e il libro Playing the learning game) e in Palestina (il live Till death do us part). Al mio evento hanno partecipato tre bielorussi, due norvegesi, un palestinese e uno svedese, il che mi ha permesso di avere feedback molto diversi rispetto a un gruppo di giocatori italiani, e per questo anche più interessanti.
Ho notato anche che nel programma hanno fatto la parte del leone i cosiddetti blackbox larps, appartenenti a quella particolarissima tradizione che si è sviluppata in Scandinavia immettendo nel larp elementi tratti dal teatro, soprattutto a livello di luci, suoni e scenografia, con risultati simili al jeepform (che però nasce invece da un’evoluzione dei giochi di ruolo tabletop verso larp e teatro) e ai cosiddetti live teatrali italiani, discendenti dalle versioni live di On Stage! attraverso esperimenti come Nero come il cuore. Insomma, a Grenselandet sembrava quasi di essere a un festival dedicato alle commistioni tra role-playing e teatro, come Blackbox Cph o Jeep Stage, mentre io mi aspettavo un programma variegato di live da camera di tutti i tipi, come a Larpvíkend o al compianto ConVIVio. Niente di male, semplicemente un altro indizio del fatto che la scena dei live da camera si sta teatralizzando sempre di più.
Insomma una manifestazione indubbiamente molto interessante e piacevole, anche se un aspetto negativo purtroppo è stato inevitabile, e cioè il costo della vita a Oslo. Nonostante avessi tutte le spese pagate ho speso più di 100 euro solo per gli extra, come i trasporti pubblici in città e il cibo in più che ho dovuto comprare per trasformare i dimessi pasti norvegesi (eredità culturale dell’epoca in cui la Norvegia era un paese rurale e arretrato) in un ben più sostanzioso pasto alla triestina. Per fortuna o purtroppo la Norvegia oggi non è più un paese rurale ma una potenza petrolifera, e i prezzi di conseguenza sono pazzeschi, perfino per gli altri scandinavi. Non esattamente il posto migliore per organizzarci manifestazioni internazionali, a meno che non si abbiano consistenti finanziamenti governativi, come appunto ha Fantasiforbundet. Il che lascia ben sperare per il prossimo Knutepunkt, il convegno internazionale sul larp che nel 2013 sarà organizzato (sempre da Fantasiforbundet) con l’obiettivo di agevolare la partecipazione dai paesi più poveri… tra cui, per fortuna o purtroppo, non si manca mai di citare l’Italia.
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