Salve a tutti, quest’oggi vi segnaliamo un gioco dove l’obiettivo finale dei vostri personaggi sarà riuscire a sopravvivere giorno dopo giorno su un pianeta ostile e a voi completamente sconosciuto! Creato dalla fervida mente di Francesco Sola e con la mia misera collaborazione per quanto riguarda alcuni aggiustamenti al sistema di regole che l’autore voleva utilizzare originariamente e alla traduzione da fogli sparsi in un solo file .pdf. Quindi oggi vi presento Planet Prison.
Tranquilli nonostante ci sia la mia collaborazione dietro a questo gioco di ruolo non sarò magnanimo per nulla, anzi io per natura sono estremamente critico riguardo a quello che faccio, preparatevi quindi a una segnalazione piuttosto impietosa! Ovviamente ribadisco il concetto che l’idea avuta dall’autore, a mio parere ovviamente, merita davvero di essere provata almeno una volta. Perché? Rappresenta un’ambientazione molto particolare e affronta tematiche non così lontane dalla nostra realtà… Procediamo eccovi quindi:
1. Note generali & Ambientazione
Il manuale è composto da meno di 20 pagine perché ad allungarne il conto c’è la licenza Gnu (licenza per la condivisione elettronica di manuali), quindi leggibile e pronto per partire all’avventura veramente in pochissimo tempo. Il file lo potete scaricare da questo link e il .pdf è già comprensivo di scheda del personaggio. A livello grafico non aspettatevi nulla, si tratta semplicemente di un testo giustificato con un minimo di indice che vi spiega dove sono i vari capitoli e i paragrafi. Non ci sono disegni perché purtroppo nessuno dei due sapeva disegnare in modo almeno decente e di metterci delle foto prese da “Google” non ci sembrava il caso. Contate inoltre che fino a poco tempo fa il manuale consisteva in una serie di fogli per appunti sparsi qua e là. Sappiate che il lavoro qui presentato non è escluso che venga migliorato nel corso del tempo, magari anche con il vostro stesso contributo se il gioco vi piace e vi ha preso! Detto questo, passiamo finalmente all’ambientazione.
Il gioco apre lo scenario su un futuro a noi tremendamente lontano, dove in seguito a una lunga serie di guerre interplanetarie che hanno sconvolto l’assetto socio-politico ed economico dell’intera galassia conosciuta ora finalmente regna la pace. Molti però chiamano questo periodo solo di “Stasi” perché le nuove potenze che si sono affacciate sulla galassia non stanno a guardarsi senza provare risentimenti o a screditarsi diplomaticamente per il più piccolo dei problemi. Il “Concilio Mondiale“, un nome antico e all’apparenza sbagliato se riferito alla pluralità di colture, pianeti e razze che ne fanno parte, ma scelto perché riflette l’attività che veniva svolta in un remoto passato, cerca di tenere la calma e di abbassare i toni avendo al suo interno tutti i rappresentanti delle principali popolazioni della galassia.
La prima vera difficoltà di questo Ente è stato decidere cosa farne dei prigionieri e dei terroristi che vengono arrestati: non esiste prigione per quanto sicura sulla carta che non mostri un punto debole. Di ibernare i corpi non se ne parla, le navi prigioni possono essere assalite: non rimaneva che la pena di morte. Quando la discussione stava per inasprire le varie parti in causa, per motivi culturali, religiosi o etici e si stava per rischiare una spaccatura del Conciglio (sarebbe stata la prima volta dalla fine della guerra) ecco apparire come dal nulla la figura dell’Inquisitore.
Non esistono testimonianze audio o video se non quelle rilasciate dai diretti interessati, ma egli apparì direttamente sul palco dell’Oratore e dopo aver calmato gli animi mostrando che non aveva nessun tipo di arma con se, egli espose la sua idea su come risolvere la piaga dei carcerati che stavano sovraffollando i vari carceri:
“Propongo un sistema composto da sette pianeti che diventeranno tutti quanti intere prigioni a cielo aperto!”
Questa la frase con il quale il “Concilio Mondiale” fu convinto a dare tutto il potere che ancora oggi a distanza di oltre un secolo (pensate è stato rinominato capo di questa struttura di detenzione per ben tre volte), questa figura che i cronisti e gli storici non hanno mai potuto vedere, continua a gestire questo sistema di detenzione. Da oltre un secolo non c’è più stata una sola invasione!
“Non importa il crimine che tu abbia commesso, quanto tu abbia rubato o corrotto, il tuo destino è di finire completamente random su uno di questi sette pianeti fino al resto dei tuoi giorni! Solo l’Inquisitore pare sapere dove finiscano i prigionieri che hanno ricevuto una sentenza di condanna sulle loro teste.” Questo è quello che viene ripetuto ed è diventato uno slogan contro la criminalità e fatto imparare a memoria nelle scuole.
Nel tempo i sette pianeti sono stati chiamati dalla criminalità con i nomi dei sette vecchi peccati capitali di umana tradizione. Questi nomi sono stati poi utilizzati anche dalla stampa e dai cronisti, ma non hanno nessuna precisa connotazione ufficiale, a oggi nessuno sa come si chiamassero in origine questi pianeti…
I vostri personaggi quindi sono criminali che vengono spediti su un pianeta che non conoscono, senza cibo, senza armi e con solo i vestiti a strisce come protezione. Dove sono capitati? Come faranno a sopravvivere? Dovranno unire le forze, ma si possono fidare tra di loro nonostante possano esserci tra loro assassini? Il gioco è quindi tutto incentrato su questa tematica!
2. Regolamento
Planet Prison propone un modello di gioco molto agile, tanto che può essere usato molto bene per mini campagne di quattro o cinque sessioni, o anche per delle demo a fiere o eventi ludici! La scheda si crea semplicemente andando a distribuire 100 punti tra le sei caratteristiche di base con un minimo 10 per ciascuna: Forza, Agilità, Costituzione, Cultura, Intuito, Comando. Infine per determinare le abilità accessorie non resta altro che consultare direttamente la scheda per avere i valori da lanciare.
Quand’è che un azione è riuscita? Si lancia 1d6 e si somma il grado totale dato dell’abilità accessoria che serve. Più è alto il risultato meglio è. In caso di combattimento vince lo scontro chi effettua il risultato maggiore.
Qualcuno potrebbe alzare un sopracciglio alla Mr. Spock, per la semplicità e la banalità di questo regolamento, ma è una cosa che l’autore ha volutamente cercato, in quanto non ama i giochi troppo complicati. Inoltre c’è tutta una serie di malus che possono essere applicati in base al livello di difficoltà che un Master ritiene adeguato alla situazione che abbassano la soglia di successo del tiro stesso.
Inoltre è possibile attraverso l’uso dei d% alterare sia il danno inflitto a un bersaglio, ma anche manipolare la propria soglia di fortuna. In Planet Prison sono stati previsti ben tre range di risultati in quanto ogni p.g. parte con questo lasso di valore in Fortuna:
- 01% a 40% Fortuna Sfacciata;
- 41% a 89% Inalterato;
- 90% a 100% Disastro Critico.
Questi range non sono fissi, anzi man mano che il giocatore decide che è meglio far intervenire la sua buona stella, il suo santo patrono o la sua divinità (sempre se ne possiede una) i range si modificano in questo modo:
- ogni volta che si ha un risultato di Fortuna Sfacciata il range di Disastro Critico si alza del 5% andando a diminuire il margine di Inalterato;
- ogni volta che si ottinene un Inalterato non si sposta nessun margine;
- ogni volta che risulta dal tiro un Disastro Critico questo aumenta del 10% diminuendo il margine di Inalterato.
Come potete vedere affidarsi troppo alla buona sorte si rischia che questa prima o poi finisca…
3. Conclusione
Planet Prison è un gioco che si presta bene per riempire gli spazi di vuoto che si vengono a creare se il vostro Master dovesse darvi buca all’ultimo minuto, oppure se non siete in numero sufficiente per continuare la vostra campagna abituale. In associazione (questa qui…) ci abbiamo giocato più volte sia in fiera che portandola a vari eventi che teniamo dalle nostre parti. Facile ed estremamente intuitivo, tutto quello che c’è da fare per avere la scheda finita e pronta per giocare c’è scritto sopra! Il gioco però ha ancora delle pecche, per esempio non vengono prese in esame le razze aliene, che vengono usate solamente ancora come mostri, e ci sono ancora molte cose da aggiustare, però l’autore ha detto che questa versione minimale basta e avanza già per essere giocata. Ah provate anche la modalità Guardie, per farlo vi basta dare le armature più fighe e riempire di armi i vostri personaggi, giusto per provare anche l’altra faccia della medaglia… Si perché dopo tutto l’Inquisitore non è uno stinco di santo e si dice che usi questi sette pianeti per fare degli esperimenti sia sulle guardie che vi stanziano sia i prigionieri…
Buona lettura e arrivederci alla prossima settimana!
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