[lightbox full=”http://www.gdrzine.com/wp-content/uploads/2013/12/RuneQuest6-Cover.jpg” title=”RuneQuest 6″]
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Autori: Pete Nash, Lawrence Whitaker;
Edito da: The Design Mechanism;
Pagine: 456;
Tipologia: A4, B/N, Brossura;
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Era un sacco di tempo che avevo in mente di scrivere una recensione di RuneQuest 6 ma per i motivi più disparati ho sempre rimandato, ora, a distanza di parecchio tempo e con un supplemento in arrivo ho colto l’occasione. RQ è una pietra miliare del gioco di ruolo, un regolamento completo sotto praticamente ogni punto di vista, in grado di regalare emozioni davvero profonde e con una delle ambientazioni più vaste e dettagliate dell’intero panorama dei gdr.
CONTENUTO
Questo enorme libro di oltre 450 pagine ha una base generica, non c’è una vera e propria ambientazione, almeno NON in questo libro, una piccola rivoluzione rispetto alle edizioni precedenti. Tutto è descritto in modo generico, senza dettagliare troppo con nomi di città, di divinità o quant’altro che poi si è costretti a modificare per adattarlo alla nostra ambientazione. Questo manuale prende in considerazione ogni aspetto della vita in un mondo fantasy/storico, dalla gestione del singolo alla gestione delle comunità, delle città, della magia, delle battaglie, dei mostri. C’è davvero tutto quello che serve per poter creare il proprio mondo. La scelta di non avere un’ambientazione definita è un pò un azzardo, soprattutto per un regolamento conosciuto da poco in Italia (grazia a Asterion Press). Sinceramente avrei preferito avere poche informazioni ma almeno utili a creare una cronaca senza dover necessariamente utilizzare altri manuali.
GRAFICA
Io ho solo la versione digitale quindi non posso dirvi della qualità della stampa ma il design delle pagine è ben sfruttato. Si legge bene, i caratteri sono sempre ben distinguibili e la struttura a due colonne + una rende facile la lettura dando anche qualche spunto in più, sia narrativo che regolistico. E’ una struttura che mi piace, non ha troppi fronzoli, non è pesante per gli occhi ed è tutto sempre immediato. Il brutto neo di questo manuale è l’artwork interno. Laddove l’immagine di copertina sprizza dinamicità in ogni dettaglio, non si può dire lo stesso delle immagini che accompagnano il lettore durante tutto il manuale. Gli autori hanno voluto tenere un tratto MOLTO retrò, più per i fan di vecchia data che per accaparrarsi nuovi acquirenti. Tutto è in monocromatico, nero su bianco, con alcuni disegni davvero discutibili ed altri diciamo passabili, sono rare le immagini che colpiscono veramente. C’è comunque da dire che il numero di disegni è elevato e spezza la sensazione del muro di testo che, su così tante pagine, volteggia sulla testa del lettore come una spada di Damocle.
REGOLAMENTO
RuneQuest si dimostra tra i regolamenti fantasy più dettagliati e funzionali che ci siano e quest’incarnazione rappresenta ancora un passo in avanti. RQ2 (della Mongoose Publishing, Asterion Press per l’Italia) era già un’ottima evoluzione dei precedenti, ma questo, con il ritorno del regolamento nell’ovile di Nash e Lawrence è stato un ulteriore passo in avanti. In buona sostanza sono poche le regole cambiate, e quelle poche sono stati solo migliorativi alla precedente incarnazione. La creazione del proprio alter ego è dettagliata con Professioni e Background, la gestione dei combattimenti è realistica e la magia è tra le migliori che abbia mai giocato per un fantasy/storico. Oltre questo, ci sono gestione del tempo atmosferico, localizzazione dei danni e tanto altro ancora. Con oltre 30 anni sulle spalle (la prima edizione è del ’78) e quattro case editrici diverse, il regolamento ha avuto un’evoluzione ma quasi ma rivoluzione e questo è sia il suo difetto che il suo pregio.
CONCLUSIONE
Non lo nascondo, RuneQuest è tra i miei regolamenti preferiti, per ambientazioni fantasy/storiche è il mio preferito. Funzionale, realistico, profondo. Ha tutte le qualità che cerco in un GDR di stampo fantasy/storico. Il numero di ambientazioni che è possibile sfruttare per RuneQuest è molto ampio e alcune di queste possono contare su una base letteraria impressionante, tra queste Elrìc di Melnibonè, il Richiamo di Cthulhu e Pendragon tanto per citarne qualcuna non contando poi Glorantha che, come ho già detto è la più vasta e viva ambientazione che ci sia nel mondo dei Giochi di Ruolo. Sinceramente lo trovo un gioco magnifico, ma anche questo ha i suoi lati bui, usarlo per partite brevi di poche sessioni non gli rende giustizia, a conti fatti la completezza del sistema la si sfrutta solo giocandoci a lungo ed il lavoro del Narratore è comunque tanto e poi, con un RuneQuest 2 uscito in italiano questo RuneQuest 6 non è proprio l’evoluzione che giustifica il passaggio dall’uno all’altro.
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