Articolo di Andrea Marmugi
Stacchi dal lavoro, ovvero smetti di fare quello che ti aiuta ad andare avanti ogni giorno, e d’un tratto ti rendi conto che, nonostante siano passate due settimane e più, ancora ripensi alla tua esperienza a Budapest. Giunge quindi la necessità insindacabile di scriverci sopra qualcosa. Ed ecco come nasce questo articolo.
PoRtaL è un meeting sul mondo del gioco di ruolo dal vivo tenutosi quest’anno nella città di Budapest l’8 e il 9 marzo. Sono state spese molte parole sull’argomento e già più di un articolo è stato scritto (in ungherese o in inglese) sui temi trattati. Inoltre la pagina web di PoRtaL sarà a breve collegata con un canale Youtube con le riprese video complete dell’evento (già passate in streaming e ora in fase di sottotitolatura). Non mi soffermerò quindi sulla descrizione puntuale dei singoli interventi né sulle singole associazioni: per quello vi rimando alla pagina web del meeting.
Io vi racconto l’esperienza dell’unico scemo che arrivava da questa parte d’Europa, e di come sia tornato a casa con una rivoluzione in testa. Se vi interessa leggere un po’ di nomi e farvi un’idea più precisa delle presentazioni, vi rimando al meraviglioso articolo già linkato più sopra, scritto da Ivan Žalac.
Budapest e le persone
Per prima cosa dovete sapere che muoversi nell’Est europeo è facile ed economico, basta fare un po’ di programmazione degli spostamenti. E in questo caso specifico tutte le informazioni su PoRtaL erano disponibili già un mese prima, ottimo timing per un biglietto aereo a basso costo. Altra cosa estremamente piacevole è stata l’ospitalità degli organizzatori. Infatti al mio arrivo a Budapest, subito dopo aver incontrato il gruppo dei miei “coinquilini” polacchi, siamo stati recuperati da uno degli organizzatori di quest’anno, Tamás Obreczán.
La precisazione “di quest’anno” non è casuale. Infatti PoRtaL è nato con la stessa mentalità del più celebre Knutepunkt in Scandinavia e dell’italiano Larp Symposium, ovvero vuole essere un meeting “itinerante” tra le città dell’Europa centro-orientale. L’anno scorso il meeting è stato organizzato e ospitato a Zagabria dai larper croati (ne abbiamo parlato in questo articolo); quest’anno invece è stato un piccolo team di ragazzi della zona di Budapest a rendere possibile l’evento. Gli organizzatori principali erano Sándor Mesterházi e il già citato Tamás Obreczán.
Personalmente ho trovato piacevolissimo il soggiorno. Infatti, pernottando a casa di due degli organizzatori, ho approfittato della convivenza con i partecipanti polacchi per scoprire e sondare la loro scena larp, affascinante e straordinariamente simile a quella svedese-norvegese.
Dopo aver goduto della vita notturna di Budapest e fatto lunghe chiacchierate su scenari larp davvero fantastici, ho finito con un sorriso la prima giornata, pronto per affrontare l’inizio di PoRtaL.
PoRtaL: dove, come, perché… ma soprattutto cosa?
La prima cosa che mi viene in mente quando penso a PoRtaL è il luogo dove si è svolto. Infatti, appena arrivato con la macchina di Tamás, i miei occhi si sono fermati davanti a un edificio in stile quasi vittoriano alla periferia di Budapest. Alte cancellate e rosoni colorati… la sede di PoRtaL. Anche se in realtà, come scoprirò più tardi, l’evento doveva tenersi nella “dependance” moderna dell’edificio.
In attesa dell’inizio del meeting ho fatto qualche domanda, scoprendo che la location voleva simboleggiare lo spirito di collaborazione tra il gioco e la realtà. Infatti tutto il gigantesco complesso altro non era che una scuola per alunni con diverse capacità motorie o fisiche; la scuola stessa aveva patrocinato l’evento e partecipato a esso mettendo in programma una presentazione il sabato pomeriggio. Presentazione incentrata sulle applicazioni del gioco di ruolo in termini educativi, come esperienza per l’annullamento della diversità fisica.
All’arrivo una semplice segreteria (dove veniva anche chiesto il consenso per le fotografie) forniva i badge ai partecipanti e li lasciava entrare nel vastissimo corridoio (quasi un salone) dove lentamente si stavano raccogliendo una trentina di persone.
L’evento principe del primo giorno di PoRtaL sono state una serie di presentazioni riguardanti le associazioni e gli eventi realizzati dai vari partecipanti, una rappresentanza ben assortita del mondo larp dell’Europa centro-orientale: ungheresi, polacchi, croati, ucraini (in videoconferenza), un austriaco e il sottoscritto.
A seguire, dopo una veloce pausa pranzo, è stata la volta delle presentazioni internazionali: Italia, Polonia e Croazia hanno illustrato l’attuale situazione del larp nei rispettivi paesi. Se volete saperne di più vi rimando ancora una volta al sito di PoRtaL, dove a breve si potranno scaricare liberamente tutte le presentazioni.
Pomeriggio dedicato ai workshop (uno sul metodo Ars Amandi e uno sull’applicazione del larp all’animazione per ragazzi) e chiusura del primo giorno di PoRtaL tra risate e difficoltà a dividersi, tanto che quasi metà del gruppo si è poi ritrovata nella Budapest notturna a discutere nuovamente di larp e a commentare le forti differenze nazionali (non senza una buona dose di stereotipi…).
Naturalmente il secondo giorno non è stato da meno del primo. Ci sono state altre presentazioni di associazioni locali e non, e poi l’attesa videoconferenza con l’Ucraina, resa problematica dal cattivo inglese dei larper locali ma dedicata a tematiche interessanti, tra cui una classificazione degli stili di larp esistenti nel loro paese.
Un live pomeridiano basato più sulla narrazione collettiva che su uno scenario vero e proprio ha concluso di fatto le attività della giornata. Saluti… e d’un tratto tutto è finito.
Cosa? Finisce così?
Be’, sì.
Più di una volta le idee, le novità e le innovazioni messe in campo specialmente nella scena larp polacca mi hanno fatto scappare esclamazioni, mentre alcune piccole gemme come il RealSim di Budapest mi hanno quasi letteralmente scioccato. Ma nulla mi ha colpito come la fine dell’evento. Un momento davvero triste in cui i vari partecipanti, con un bel carico di novità in testa, salutavano e cercavano mille scuse per non partire e non tornare alle loro terre natie.
PoRtaL si chiudeva quindi così, con un velo di tristezza e con una grande voglia di fare, che in alcuni casi già oggi si sta concretizzando in nuovi progetti (che per ora non verranno svelati, con una scaramanzia tutta italiana).
Networking. Perché il bello sta nei nodi
In effetti quello che mi ha colpito fin da subito dei partecipanti a PoRtaL era proprio la voglia di fare.
Si notava un forte desiderio, da parte di ogni singolo partecipante, non tanto di studiare o di seguire ogni singola parola detta nelle varie relazioni, quanto di conoscersi e discutere direttamente sulle varie tematiche. Era facile infatti vedere angoli e gruppetti che, in un fitto per quanto peculiare inglese, si raccontavano esperienze, si passavano consigli o contatti per approfondire l’argomento anche oltre i tempi della conferenza. E nonostante il meeting si sia concluso forse troppo rapidamente (tanti alla fine hanno suggerito di allungare la conferenza a tre giorni) i contatti sono rimasti. Alcuni già cercavano informazioni per partecipare a live in altre nazioni, così progetti e scenari hanno cominciato a viaggiare via mail da un partecipante all’altro quasi il giorno stesso.
Somme e conclusioni
Solo a meeting chiuso è possibile giudicare quale sia stato l’impatto di PoRtaL. E per me non è stata la conferenza in sé a essere centrale. Infatti quasi tutto quello che è stato detto o mostrato era presente su Internet, e un vero e proprio “materiale” esclusivo non c’era. Il potere dell’evento è stato l’incontro. La possibilità, grazie alle frequenti pause, di far conoscere i vari partecipanti tra loro, e di far approfondire con le proprie domande i punti caldi che ogni individuo trovava nelle azioni altrui. Sono stato fermato spesso per sapere se e come venivano utilizzate le location italiane, luoghi visti da molti dei partecipanti in cartoline o foto, e per sapere quali siano i rapporti della popolazione nei confronti dell’ambiente del larp.
Grazie alla visione datami dai contatti diretti e dalle relazioni, ho capito che quasi in tutta Europa si sta sviluppando un forte processo di rivoluzione delle caratteristiche del larp, movimento che non è caratterizzato dalla semplice emulazione delle esperienze nordiche, quanto dall’ormai assimilata filosofia di “evento umano”, ovvero completo e totale. Il larp è uscito con le sue gambe dalla riduttiva qualifica di “divertimento” e sta assumendo forme sempre più nuove e complete, cercando con sperimentazioni e teorizzazioni di allargarsi fino ai suoi margini strutturali. Simulazione di contesti reali, immersività, normalità, scissione da trame e canovacci, annullamento del ruolo del master, annullamento della distinzione “operativa” tra master e giocatore, trasformazione del larp in lavoro professionale, internazionalizzazione, esportabilità, innovazione tecnologica: sono solo alcuni dei “focus” comparsi nelle discussioni e nei momenti aggreganti, e paragonando la situazione italiana a quella europea è tristemente visibile come questo “movimento” di cambiamento sia solo embrionale nella nostra nazione. Paragonando la nostra attuale situazione al percorso storico della Polonia o della Croazia, è inevitabile notare che siamo circa uno o due anni indietro rispetto a loro.
Un punto fondamentale, riscontrato in ogni nazione che già ha un “moto” di evoluzione, è il passaggio attraverso un dialogo nazionale forte, caratterizzato da conferenze, scambi e momenti aggreganti tra tutti i giocatori, ma soprattutto organizzatori, della nazione. Anche iniziative più atipiche come il premio nazionale “Maschera d’oro”, che viene annualmente assegnato in Polonia ai migliori scenari originali, fanno parte di questo dialogo.
Per quanto riguarda l’organizzazione dell’evento, c’è poco da dire: era funzionale ma non capillare, e per quanto la scaletta sia stata rispettata il tempo non bastava mai. Pause caffè più lunghe e più tempo per conoscersi avrebbero reso PoRtaL un evento di livello ancora superiore.
Un ultimo consiglio per tutti gli appassionati, i teorici e gli organizzatori di larp: viaggiate e scoprite. Fuori c’è molto di sconosciuto che aspetta solo di essere giocato!
Andrea Marmugi
L’autore di questo articolo
Andrea Marmugi, organizzatore e gestore di cronache nazionali larp dal 1998, ideatore di regolamenti larp e giochi di carte quali Deficients & Dragons, collezionista e studioso del mondo dei giochi di ruolo, ha utilizzato le sue competenze per la realizzazione di alcuni larp e murder party a fini educativi. Il suo obiettivo attuale è portare il mondo del gioco di ruolo dal vivo italiano a livelli europei, attraverso la responsabilizzazione del giocatore e dell’organizzatore di eventi larp.
Scrivi