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Aspetta, non sono sicuro che sia proprio sparita, però c’è un burrone che inizia a circa venti metri da casa mia, e adesso non se ne vede il fondo. Non vedo nemmeno dall’altra parte se è per questo, quindi per me quel lato del mondo è a tutti gli effetti scomparso. Dicevo. Il mio quartiere sembrava zona di guerra, sangue e roba spaccata ovunque, case a pezzi… nessun cadavere, da nessuna parte, e penso ancora che questa fosse la cosa più strana. Recuperai un po’ di cibo dalle rovine e me ne tornai a casa.

“Ci sono delle… cose, che strisciano tra le rovine.”

E lo faccio tuttora, non so nemmeno dire da quanto. Pochi mesi o anni, ho perso la cognizione del tempo. A volte spunta il sole, e se ne sta fermo nella stessa posizione per quelli che sembrano giorni, altre volte cala la nebbia e non vedi a un palmo dal naso. Ci sono… cose, che si aggirano tra le rovine. Io scappo senza voltarmi al primo rumore, ma da quello che ho visto alcune sembrano umanoidi, attirate dal metallo, altre più piccole strisciano tra i calcinacci, e io non oso avvicinarmi. Una volta, qualcosa che sembrava un isopode grosso come un gatto si è accorto di me, mi ha guardato e mi ha urlato “FERMO!” con un accento perfetto. Mi sono barricato dentro per giorni.

Ci sono anche quelle specie di palloni che galleggiano in aria, ogni tanto. Hanno zampette da insetto sui lati e sembrano a tutti gli effetti delle larve, ma con occhi dappertutto. Quando atterrano mangiano tutto ciò che trovano, ma di solito se ne stanno in alto. Ne era appena passata una, quando trovai il tizio ferito. Era tutto squarciato, e sembrava uno di quei ganzi SWAT che si vedono nei telefilm, ma le sue protezioni erano tagliate e strappate. Lo ho trascinato dentro, e abbiamo parlato.

Diceva di essere sulle tracce del coso-pallone, ma era stato attaccato sul più bello. Non disse molto di più al riguardo, ma sembrava davvero spacciato. Gli ho dato un po’ della mia roba in scatola e dell’acqua, e si riprese abbastanza da chiedermi chi fossi, se stavo bene, solite cose. Sembrava scioccato quando gli dissi che era il primo essere umano che vedevo da quando l’ovest del mondo era scomparso. Mi rispose che non era scomparso, solo trasferito. Non mi spiegò cosa volesse dire. Lo rappezzai meglio possibile, ma ogni volta che gli chiedevo chi fosse se ne stava zitto. Alla fine imprecò e disse che i suoi ordini non erano più di alcuna utilità, e vuotò il sacco.

Mi spiegò che lavorava per una fondazione o roba del genere, a mezza via tra una prigione, un manicomio e un centro di ricerca. Era uno degli agenti che si sbattevano a cercare cose strane in giro e impedir loro di far del male alla gente. Gli dissi che stava facendo davvero un ottimo lavoro, e lui se la rise di gusto. Diceva che c’era stato un imprevisto, e che alcune di quelle cose erano scappate contemporaneamente, e che questa fondazione aveva perso il controllo della situazione. Disse anche che il mondo era nello stadio che chiamavano “Scenario GH0 – Serra morta”.

“…tutti crepano, ma il pianeta può ancora sostenere la vita.”

Ovviamente gli chiesi cosa significava, e mi guardò fisso per un po’ prima di continuare. In poche parole, GH0 era una situazione in cui tutti sulla terra crepano, ma il pianeta è ancora a posto ed in grado di sostenere la vita. Gli chiesi a cosa serviva se non c’era più nessuno, e lui sorrise in modo strano. Allora chiesi se c’era qualcuno di ancora vivo, e mi rispose certo, ma attentamente separato dal resto della gente e tenuto al sicuro. A quel punto, me ne stetti zitto a digerirmi la sua storia per un po’ finché lui non si alzò, si controllò le ferite e iniziò a rimettersi gli stivali. Gli chiesi cosa sarebbe successo.

Rispose che dovevano “riavviare” tutto. Che avevano la tecnologia per ricostruire qualsiasi cosa, che rifare le persone era abbastanza facile. Diceva che avrebbero ripulito tutto, catturato le cose scappate, messo a posto le città distrutte e ripopolate. Ci sarebbe voluto un bel po’ di tempo, ma alla fine sarebbe tornato tutto come prima. Disse anche che potevano ricostruire la memoria storica, o qualcosa del genere. Io sedevo lì, stupito, e guardandolo mentre usciva come se niente fosse gli chiesi se era diventato scemo. Insomma, la gente non avrebbe dimenticato tutto, come per magia, no? Lui si fermò, mi guardò con un ghigno, e mi disse “Come no? Non è la prima volta”.

Non so se fosse fuori di testa, ma ho il sospetto che non lo fosse. Mentre usciva, disse qualcosa riguardo all’inabissare la mia casa nell’acqua. Per favore, non lasciate che mi cancellino come un errore. Che ci nascondano, che ci insabbino. Cercate di scoprirne di più, dev’esserci qualcuno che come me ha cercato di lasciarsi qualcosa dietro. Non lasciate che il mondo muoia invano.

Ricordateci.

Sorgente: http://www.scp-wiki.net/document-recovered-from-the-marianas-trench

 

A proposito dell'autore

L'autore si diletta in risate malvagie e nella costruzione di robot a partire da giocattoli e caramelle, con lo scopo di conquistare la città e indossare un lungo mantello nero con un nome minaccioso.

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