Una breve premessa: in questo rant non voglio semplicemente parlar male di un lavoro mal fatto da parte di Alephtar Games, ma aprire un dialogo sul ruolo di un editore e le sue responsabilità quando cerca di produrre qualcosa che, seppur con pochi mezzi, dovrebbe almeno cercare di raggiungere un livello professionale.
Alephtar non è l’unico responsabile di un lavoro svolto con faciloneria. Ricordiamo, solo per fare alcuni esempi, la traduzione indegna del bellissimo Changeling: the Lost e quelle da ergastolo di Dungeon World e di Psy Run, così come la cura pressochè inesistente in un grande classico quale Traveller. Tutti gli editori hanno i loro scheletri nell’armadio.
Insomma: Alephtar non è l’unico colpevole, ma solo il colpevole più recente e lampante; è anche l’unico che possa ancora rimediare, visto che si parla di un prodotto non ancora pubblicato.
Ma partiamo dall’inizio.
Poco più di un mese fa Alephtar Games ha fatto partire un crowdfounding su ulule. L’abbiamo pubblicizzato e ne abbiamo parlato molto bene, speranzosi di vedere la resurrezione di un grande classico, nonché di uno dei più famosi e validi concorrenti di D&D nella storia dei giochi di ruolo.
La raccolta fondi, ammettiamolo, non sta andando per niente bene. Anche se c’è ancora speranza -la gran parte dei contributi arriva sempre all’ultimo minuto- , nel momento in cui scrivo questo articolo mancano solo dieci giorni e il 48% della cifra richiesta.
Ieri un amico mi ha contattato e per chiedermi cosa ne pensassi dell’avventura per Runequest VI rilasciata dall’editore… ecco, questa.
Cosa ne posso pensare? Le critiche sono arrivate fino alle orecchie di Alephtar, la quale è velocemente corsa ai ripari cercando di stimolare un dialogo costruttivo tramite ulule.
Ma cosa c’è di brutto in questa avventura?
Vorrei sorvolare sulle questioni di impaginazione: anche se non è bella da vedere è chiarissimo che è stata fatta per favorire una lettura ottimale su tablet. L’ho provato col mio ed è funzionale allo scopo. L’effetto a colpo d’occhio però è quasi imperdonabile.
Da un prodotto gratuito che dovrebbe essere promozionale mi aspetterei una qualità grafica anche superiore alla media del manuale finito, non questo:
Alephtar fa notare che sono immagini riciclate da un tile set (questo) come se fosse una giustificazione.
Capisco che qua si sta parlando di una casa editrice dagli scarsi mezzi; non ci si può aspettare il livello di un Sine Requie della Asterion. Ma almeno fare lo sforzo? Potrebbe essere utile non far sentire i clienti delusi prima ancora di prendere tra le mani il manuale finito.
Dalle illustrazioni passiamo all’impaginazione. Cerco di essere comprensivo: l’impaginazione a doppia colonna che tanto snellisce il testo, in effetti, non è facilmente praticabile in un A5 (il che non è sempre vero, come dimostra Savage Worlds) ma almeno evitare di mettere 7 pagine di “wall of text” sulle sedici del pdf (includendo copertina, credits e istruzioni) avrebbe facilitato la lettura.
Alephtar chiede cosa ha che non va.
Googliamo “runequest adventure” e prendiamo il primo risultato: eccolo. Ecco cosa ha che non va.
Conosco dilettanti che hanno fatto un lavoro molto migliore rispetto a quello di Alephtar, che dovrebbe fornire un servizio professionale.
Quest’altra è un’avventura per Runequest 2 fatta da un gruppo di appassionati. Conosco uno di loro e posso garantire che non sono dei geni del mondo editoriale, ma solo degli appassionati di giochi. L’opera è infinitamente superiore in tutto rispetto ai Cani di Adrano, che si presuppone realizzata da professionisti.
Sul contenuto in sé posso anche fare i complimenti ad Alephtar; l’avventura sembra essere molto interessante, ma dubito che più di una decina di persone avranno mai la voglia di leggerla e, allo stesso modo, dubito che convincerà mai qualcuno a sganciare un euro per RuneQuest 6.
Siamo purtroppo in un settore in cui il confine tra hobbisti e professionisti è quasi inesistente e quindi molte leggerezze vengono perdonate. Ma, nel vedere un lavoro del genere su un grande classico del gioco di ruolo, per quanto ci si aspetti un edizione spartana e realizzata senza grandi mezzi, non si può semplicemente perdonare e passar dritti.