Oggi non parleremo di un fatto specifico ma bensì di un luogo, un residuato della guerra fredda. Il luogo di cui parliamo è il “Reattore sovietico abbandonato”
La storia
A soli 150 Km al largo della punta della Florida si trova una semi distrutta e abbandonata reliquia dell’epoca della Guerra Fredda della corsa alle armi -quello che una volta sarebbe stato un reattore nucleare cubano-sovietico. Tutto è iniziato nel 1976, quando i due alleati, Cuba e Unione Sovietica, hanno deciso di costruire due reattori nucleari nei pressi di Juraguá, Cuba. E se fosse mai stato finito, solo uno di questi reattori vrebbe potuto generare 440 megawatt che avrebbe soddisfatto oltre il 15 per cento del fabbisogno energetico di Cuba, come ha spiegato il The New York Times quando la costruzione è stata ufficialmente interrotta, questo non era un reattore come tutti gli altri: “Il modello VVER, era all’epoca il più avanzato, è stato il primo ad essere esportato da Mosca per l’utilizzo in un clima tropicale. Si differenzia dal modello Chernobyl in quanto gli elementi di base e il combustibile radioattivo sono contenuti all’interno di un contenitore in acciaio pressurizzato.” La costruzione non è stata avviata fino al 1983, cosa che ha dato a Cuba 10 anni per elevare il proprio livello di vita, tutto grazie al flusso costante di fondi sovietici. Naturalmente, quando l’Unione Sovietica cadde nel 1991, i fondi cessarono, oltre 300 tecnici ex sovietici tornarono nella loro madrepatria, e tutta la costruzione è arrivata ad un punto morto, nonostante il 40 per cento delle macchine pesanti fosse già stato installato. L’intero progetto è stato dimenticato per quasi un decennio nel limbo, finché, nel 2000, Fidel Castro ha detto a Vladamir Putin che il sogno congiunto dei due paesi era definitivamente chiuso. Ora la centrale a Juraguá è ufficialmente poco più che una testimonianza di ciò che sarebbe potuto essere. Tutto questo forse è un bene, perché, come si scopre, “ciò che sarebbe potuto essere” avrebbe potenzialmente portato a una situazione altamente pericolosa e distruttiva.
Infatti sembrebbe che, secondo un rapporto di Manuel Cereijo presso il College of Engineering della Florida International University: “La possibilità di incidenti a Juraguá, durante il suo funzionamento, secondo gli esperti, è 15 volte maggiore rispetto ad un impianto negli Stati Uniti. Inoltre secondo i modelli meteorologici delle correnti d’aria intorno Cienfuegos, ai materiali radioattivi basterebbero solo 24 ore per raggiungere Florida.” Però, non sarebbero solo Cuba e gli Stati Uniti di fronte a una minaccia di fallout atomico. Tutti gli stati dell’America Centrale e dei Caraibi sarebbero potuti essere direttamente a rischio di radiazione nella (relativamente probabile) ipotesi di incidente. E anche se tutto fosse andato secondo i piani, Cuba avrebbe comunque dovuto affrontare il problema delle scorie nucleari, perchè la piccola isola di Cuba ha un posto idoneo per lo stoccaggio di tali rifiuti. Durante la costruzione, la “soluzione” di Cuba era di scaricare i rifiuti in un tratto di oceano vicino al reattore. E come il rapporto di Cereijo spiega, “questo avrebbe fatto si che tutta la flora, la fauna e la popolazione cubana sarebbero stati contaminati.”
Una scelta che sarebbe stata tutto fuorchè salutare. Oltre a ciò c’è da dire che, anche se il progetto in sé sarebbe stato di tipo avanzato per quei tempi, non significa che i sovietici lo avrebbero potuto realizzare in modo corretto o, ancora più importante, in modo sicuro.
Praticamente ogni protezione e sistema di controllo e diagnostica sarebbe stato indietro rispetto agli standard occidentali : “I reattori hanno scarsa tenuta nel sistema di confinamento. Inoltre la qualità di attrezzature, impianti e costruzioni è sconosciuta, a causa della mancanza di documentazione sulla progettazione, produzione e costruzione, e sono stati riportati casi di materiali scadenti riutilizzati nel sito dell’impianto. Ci sono anche grandi lacune nelle procedure di funzionamento e di emergenza, formazione degli operatori, e nella sicurezza operativa negli impianti che utilizzano VVER-440.”
Oltre ad essere mal costruito, se ci fosse manifestato un problema, i lavoratori non ne avrebbero avuto assolutamente idea fino a quando non sarebbe stato troppo tardi; Cuba non aveva previsto alcun metodo per monitorare i livelli di radioattività. Quindi, se/quando il disastro avesse colpito, il sud della Florida avrebbe avuto meno di un giorno prima che i materiali tossici raggiungessero la sua costa. E tutti all’interno di un raggio di 30 Km dall’incidente si troverebbero in una cosiddetta “zona morta” zona in cui nulla può sopravvivere. Gli stessi ingegneri del progetto mostrarono delle perplessità su ciò che gli veniva chiesto di costruire.
Nel 1994, un ingegnere disertore definì reattore come una tragedia annunciata. Secondo un documento pubblicato nel 1994 “The Nonproliferation Review”, una rivista che tratta di armi e dei loro effetti sull’ambiente: “Il disertore Vladimir Cervera, un ingegnere senior incaricato di sovrintendere il controllo di qualità presso il reattore, ha affermato che l’analisi ai raggi X ha mostrato che i tubi di saldatura per il sistema di raffreddamento sono stati indeboliti da bolle d’aria, cattiva saldatura, e danni dovuti al calore. Dei tubi che erano stati originariamente approvati, il 15 per cento è stato successivamente trovato difettoso. Un altro disertore, Jose Oro, un ingegnere nucleare senior presso il sito, ha dichiarato che la struttura di sostegno della pianta conteneva numerosi giunture difettose e difetti strutturali, e che il sistema di alimentazione del vapore è stato lasciato all’aperto e scoperto dal dicembre 1990. Questo avrebbe esposto l’apparecchiatura all’aria salina tropicale fortemente corrosiva, rischiando danni critici.”
Se la Guerra Fredda non fosse finita, queste spaventose ipotesi sarebbero benissimo potuto diventare realtà da incubo. Per fortuna, però, queste foto e alcuni macchinari abbandonati e difettosi sono tutto ciò che resta del tentativo di Cuba di utilizzare l’energia nucleare.
Avventure
La prima cosa che ho pensato guardando le immagini di questo luogo è stato il film “Maze Runner”, uscito qualche mese fa nelle sale cinematografiche. Oltre a maze runner, in effetti, questo luogo si presta benissimo per ambientazioni post apocalittiche e distopiche. Immaginiamo ad esempio che il mondo sia stato distrutto da una catastrofe naturale o nucleare, tanto per essere originali, e i pochi sopravvissuti si siano riuniti in comunità, governate in modo dittatoriale da scienziati che guidano gli uomini con rigide regole dettate dalla fredda logica, ed una di queste preveda che tutti i ragazzi che hanno raggiunto i 14 anni vengano rinchiusi in un labirinto pieno di trappole e esseri sintetici dall’istinto omicida, solo i più forti sopravvivono ed hanno il permesso di far parte della comunità. Tutto questo semplicemente per risparmiare le risorse e creare generazioni sempre più forti grazie ad una selezione forzata. Guardando le foto possiamo facilmente immaginare trappole e tane per mostri metà macchina e metà carne che attendono nel buio gli sfortunati ragazzi.
Continuando sulla falsa riga del labirinto, un altro film che mi è venuto in mente è “The Cube”, in questo caso il labirinto sarebbe un modo per mettere alla prova prigionieri o persone giudicate da qualche tribunale espressione di un governo totalitario, chi sopravvive viene “riabilitato” gli altri saranno costretti a vagare fino alla morte naturale o sopraggiunta a causa di altri prigionieri o trappole fatte per saggiare la loro forza di volontà e intelligenza. Cambiando un po’ il genere, ma sempre prendendo ispirazione da un film, il nostro labirinto potrebbe essere una moderna arena in cui i concorrenti devono arrivare all’uscita sopravvivendo a trappole e nemici ben armati, magari con nomi e vestiti pittoreschi, il tutto per avere un premio in denaro o di altro genere, volete sapere qual’è il film da cui ho tratto ispirazione? Ovviamente “The Running Man” uscito in Italia col nome di “L’implacabile”.
Un’ultima serie che vorrei citare e che ricade nei generi succitati è “Persone sconosciute”, in questa non vi è un labirinto ma una città abitata solo da persone rapite e che non possono uscire da essa a causa di un recinto invisibile, la tematica proposta è comunque la stessa: la sopravvivenza, la ricerca di una via di uscite e le relazioni interpersonali che si formano tra i prigionieri. Ora cambiamo completamente prospettiva, immaginiamo che in realtà il disegno dell’edificio sia stato realizzato per replicare un’antica simbologia arcana, se guardate alcune foto si notano gli schemi radiali con cui è stata impostata la pianta, degli schemi che possono somigliare a circoli arcani e i vari elementi metallici che fuoriescono dalla cupola delle sorte di “antenne”, questa configurazione può essere stata adottata per richiamare e contenere presenze spettrali o di altro genere, oppure contenere qualche tipo di entità sovrannaturale nascosta al centro o al di sotto della struttura, quest’idea riprende una vecchia puntata della serie animata “The Real Ghostbuster”, in particolare l’episodio 45 “I Ghostbuster a Parigi” in cui si scopre che la torre Eiffel non è altro che una sorta di contenitore per fantasmi.
Prima di passare ai consueti spunti vorrei fare un accenno alle sensazioni e alle tematiche che si legano bene a questo luogo, in primis sicuramente la cluastrofobia e lo smarrimento, corridoi interminabili, innumerevoli stanze vuote o piene di rottami e detriti, secondariamente la paura dell’ignoto, in particolare la paura tipica degli ambienti complessi, delle ombre, degli angoli bui e delle porte semi aperte su stanze sconosciute. L’altro aspetto su cui giocare sono i sensi in particolare l’udito con lunghi silenzi spezzati solo da sinistri rumori o flebili versi di creature innominabili, poi l’olfatto con odori di muffa, ruggine e aspri odori di liquidi innominabili, infine il tatto, pareti umide e mettalli ruvidi e taglienti.
Concludiamo con i soliti due spunti. Il primo di tipo fantascientifico: i PG si risvegliano in una stanza all’interno della struttura immensa in cemento armato e acciaio, la struttura è in cattive condizioni e l’unica cosa che trovano al loro risveglio è una scritta su un muro “Sopravvivete e la vostra vita cambierà”. Dopo aver letto la scritta i PG si ritrovano in un incubo fatto di corridoi stanze, trappole e creature geneticamente modificate che gli danno la caccia. Quando i PG riusciranno a uscire dalla struttura si troveranno su un’isola dove sono presenti solo questa struttura ed un altro palazzo disabitato e cadente esplorando il quale i PG scopriranno un dvd. Visionandolo vedranno il volto in ombra di un uomo che gli dirà che quella che hanno superato era una prova per verificare se fossero pronti per combattere contro i nemici dell’umanità. Ritornando alla civiltà tramite una barca ancorata li vicino in breve scopriranno che sono stati selezionati per combattere una razza aliena che ha conquistato gran parte delle cariche principali dei governi mondiali, questa razza ha la capicità di mutare l’aspetto ed utilizza delle creature mostruose, simili a quelle che i PG hanno incontrato nel labirinto, per eliminare i propri nemici, nascondendo le loro basi operative in strutture uguali a quelle del labirinto. D’ora in poi i PG saranno il baluardo contro questa silenziosa invasione.
Il secondo spunto è di tipo horror/sovrannaturale: i PG vengono ingaggiati per esplorare una vecchia struttura abbandonata e valutarne il valore liberandola nel frattempo da eventuali ospiti abusivi come vagabondi o criminali. La prima cosa che sarà evidente ai PG è la strana composizione della squadra che comprende anche un parapsicologo e un presunto medium, dopo questa prima stranezza ne accadranno molte altre, strane visioni, sangue dalle pareti, e ben presto i PG capiranno che l’edificio non è un semplice edificio. Andando in profondità scopriranno che al centro del complesso vi è una stanza sigillata con delle iscrizioni occulte, analizzandole si saprà che all’interno della stanza vi è ciò che resta di un potente angelo caduto servo di Lucifero, e che l’intera struttura attira gli spiriti dannati che fungono da carcerieri e contemporaneamente sono prigionieri. Quando i PG staranno decidendo sul da farsi uno di loro verrà posseduto e tenterà di aprire la porta, starà ora agli altri cercare di fermarlo o assecondarlo per distruggere una volta per tutte l’angelo caduto.
Giochi consigliati
Il primo gioco che suggerisco è Kult, in particolare in questo gioco horror gotico viene descritto un particolare luogo al di sotto di Metropolis che viene chiamato il labirinto, nel nostro caso la struttura del reattore potrebbe essere un accesso a tale luogo. Rimanendo sempre nella tematica horror, non si può non citare il richiamo di Chtulhu e il suo omologo futuristico Cthulhutech, in questo caso la struttura potrebbe contenere al suo interno qualche orrore cosmico come uno shoggoth o essere il covo dove si riproducono gli abitatori del profondo o altre blasfemità simili. Passando ad un gioco più moderno e con tematiche spionistiche come Cospiracy X possiamo immaginare questo reattore come un’ottima struttura per degli agenti di Aegis o del Black Book.
Facendo un salto nel tecno-fantasy si può utilizzare Shadowrun, in cui i PG potrebbero avere a che fare con un vecchio reattore dove alcuni spiriti elementali corrotti si sono insediati, invece scegliendo un gioco come Mutant Chronicles questa struttura potrebbe essere un ottima base segreta per alcuni cultisti e Nefariti che i PG dovranno stanare e distruggere incontrando tekron e pozze di creazione biotecnologiche adattate alla struttura, in un’odissea nel buio delle profondità della terra e dell’anima. Ed ora vedete se riuscite a trovare l’uscita…
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