Salve a tutti! Quest’oggi il Buon Vecchio Zio De Mauris torna a occupare da solo la sua beneamata scrivania, dopo averla offerta spontaneamente all’intervistato dell’articolo scorso, per parlarvi di Risus il tuttoGDR. Si tratta di un gioco generico e minimale progettato appositamente da presentare come demo alle fiere e alle convention. Risus ha una community inglese molto attiva e piena di spunti e regole opzionali che vi permettono di personalizzare le vostre partite rendendole il più mirate possibile. Si avete letto bene, si tratta originariamente di un gioco inglese tradotto e che ho reperito nella nostra lingua dalla rete!
L’autore è John Ross, che ispirandosi ai giochi della West End Games e a Over the Edge ha creato questo file di appena 9 pagine (nella versione in mio possesso e che vi ho linkato poco sopra!) dove c’è già tutto l’occorrente per giocare partite a non finire.
L’idea che sta alla base del regolamento di Risus è che ogni personaggio possa venir descritto da un massimale di 10 Clichés. I Clichés possono essere sia un mestiere quanto una sorta di specializzazione che volete attribuire per descrivere cosa sa fare il vostro personaggio. Se ad esempio il nostro caro Ginetto vuole fare un pirata (come quello a lato) dei clichés adeguati potrebbero essere appunto: Pirata, Camminare agevolmente con la gamba di legno, Linguaggio delle bandiere, Stare in equilibrio sulle passerelle.
A queste voci avrete 10 punti da distribuire dove 1 simboleggia un valore pari a quello di una merdaccia, 3 equivale a una buona padronanza dell’argomento e 5 siete dei maestri supremi in quel campo. Ovviamente 5 è il valore massimo con cui si sconsiglia di partire, ma ogni master si senta libero di gestire la distribuzione dei 10 punti come vuole.
Spendo due parole un attimo sul valore intrinseco dei clichés. Il fatto che sia il giocatore a deciderli implica che la scheda davvero sia fatta in pochissimo tempo e permette una personalizzazione del pg davvero senza limiti. Se io intendo fare un Barbaro, Resistente all’alcol, Capace di rompere gli oggetti e che Ti spettina quando rutta un’altro può fare sempre decidere di fare invece un Barbaro, Testardo come un mulo, Resistente al freddo, Esperto cacciatore di selvaggina. Due pg uguali, ma completamente specializzati in cose differenti!
Perfetto ma come si determina la riuscita delle azioni in Risus?
Una volta definiti i clichés (scusate la ripetizione ma amo questo termine) che possono essere generici o specifici, nel senso che con Pirata si può usare sia per fare arrembaggi che per combattere con la spada mentre con cucinare non c’è spazio per errori di interpretazione, ogni scontro richiede il tiro di tanti d6 pari al valore numerico attribuito al clichés più idoneo.
Esempio: Ginetto che interpreta un ladro vuole convincere il carabiniere che l’ha fermato che non è lui quello che stanno cercando. Cosa tirare? Ginetto ha Ladro gentiluomo a 4 e spiega al master che solitamente è proprio coprendo di modi cortesi e galanti la sua parlantina tranquilla, che non fa trapelare emozioni quali paura o timore, il suo pg cerca di raggirarlo. Il Master accetta e quindi Ginetto lancia 4d6, li somma tra loro mentre il master lancia 3d6 su Investigatore del tutore della legge. Chi fa di più vince lo scontro.
Ovvio che quando non c’è uno scontro diretto con un pg o png che sia, il test va eseguito contro una difficoltà che il master può selezionare direttamente dall’elenco mostrato nel manuale. Si va da facile a impossibile che è richiesto un valore minimo di 30 per riuscire nell’impresa.
Quello che però è interessante è come funziona il combattimento. Innanzitutto non ci sono punti ferita o livelli di salute, se uno con Ninja a 3 si scontra con uno Spadaccino a 4 chi dei due ottiene il valore più alto sottrae all’altro un singolo dado dal suo pool. Perde definitivamente lo scontro il prima che rimane privo di dadi. Non è un malus definitivo, semplicemente i combattimenti sono estenuanti e la perdita di un dado simboleggia la ferita inflitta. Un pg con il suo clichés a zero non è morto, è “solo” in balia del suo antagonista che può decidere di ucciderlo o legarlo come un salame.
Come ho scritto all’inizio le varianti sono molteplici e se comprendete l’inglese vi consiglio di andare a fare un salto qui! Già però nel manuale base c’è la possibilità di effettuare un pompaggio: ovvero aggiungere tanti dadi al proprio pool pari al valore di partenza -1 assegnato al proprio clichés. Per intenderci ho Cuoco 4, ma voglio essere sicuro di cucinare un piatto per il torneo di cucina a cui mi sono iscritto che lasci estasiati tutti i giurati. Con la regola del pompaggio posso aggiungere avendo 4 fino a 3 dadi (“valore di partenza” 4 + “massimale-1” 3) in più. Tutto ciò però ha un prezzo al turno dopo tiro un solo dado… Usate quindi questa regola con parsimonia e solo quando siete certi dell’esito.
Non è tutto è previsto poter fare anche supereroi (ovviamente non quelli dell’immagine, ma personaggi simili) o semidivinità che se la danno di santa ragione con il livello della difficoltà aumentata di conseguenza 🙂
Risus sarà breve, ma l’abbiamo provato e giocato trovandolo molto interessante. Ovviamente si presta bene ad avventure più demenziali e divertenti che a quelle seriose, offrendo in modalità “comica” anche la possibilità di rispondere ad un affondo di fioretto con l’abilità di cucinare un piatto di spaghetti per distrarre l’avversario utilizzando quindi un clischés non appropriato alla situazione. La cosa interessante di questa modalità è che se vince il singolo scontro quello che ha preparato il piatto di spaghetti non cava un singolo dado al probo spadaccino, ma ben tre a sfregio ulteriore nell’averlo fatto sfigurare!
Noi ci vediamo la settimana prossima con un’altro articolo di Free To Play! Buon fine settimana e soprattutto buon gioco 😀
Edit: mi segnala un mio lettore, il buon The Scarecrow che quella da me segnalata è una vecchia versione tradotta in italiano di Risus. Se conoscete l’inglese e amate la semplicità la nuova versione del regolamento è scaricabile qui! Mi limito ad aggiungere che questa versione ha un tono nettamente più serioso della precedente edizione, ha perso pertanto quella connotazione umoristica che aveva nelle sue incarnazioni precedenti. Come sempre a voi l’ultima parola e il giudizio sul prodotto.