Salve a tutti e benritrovati in questo terzo appuntamento con i Luoghi Inaccessibili! Oggi parleremo di un lago russo molto interessante perché, come ci informa travel funpage, siete liberissimi di andarci… ma non tornerete indietro di certo!
Il lago radioattivo oggi
Il Lago Karachay sorge ancora oggi nel sud dei Monti Urali, famosa catena montuosa russa. È un piccolo lago in cui, a partire dal 1951, l’allora URSS ha smaltito quantità ancor oggi sconosciute di rifiuti radioattivi. Questi provenivano da Mayak, un centro di stoccaggio di rifiuti nucleari, che raccoglieva anche i rifiuti degli impianti di ritrattamento situati a loro volta nella città di Ozyorsk – oggi chiamata Chelyabinsk. Il Worldwatch Institute di Washington DC, un ente che si occupa di tenere d’occhio siti legati ai rifiuti nucleari, ha definito il nostro Lago Karachay come il punto più inquinato della Terra!
Il lago possiede infatti su una superficie notevolmente inferiore ad 1km2 ha accumulato quantità di radiazioni pari al minimo di quanto ha rilasciato Černobyl’ (con la differenza che qui la radioattività è stata sparsa per migliaia di chilometri quadri). Il lago contiene alte tracce di cesio-137 e stronzio-90 e si pensa che, sul suo fondo, a circa 3,3metri dalla superficie, si sia sedimentato un intero tappeto di rifiuti radioattivi. Nel 1990 una associazione statunitense, la Natural Resources Defense Council, ha valutato il flusso radioattivo proveniente dal lago in 600 röntgen all’ora; per chi non fosse avvezzo ai calcoli, tale quantità è sufficiente a uccidere un uomo nel giro di un’ora. Vi abbiamo avvisati.
Il lago radioattivo ieri
Tra il 1945 e il 1958, in piena guerra fredda, fu costruito in assoluta segretezza l’impianto di Mayak, un sito in cui si mise in funzione il primo reattore per la creazione di plutonio dell’intero progetto russo, il Progetto Atomico Sovietico. La procedura stalinista diede massima spinta alla costruzione di Mayak e, grazie alla supervisione di Lavrentij Pavlovič Berija dell’NKVD (Commissariato del popolo per gli affari interni), il progetto venne completato; poca cura si riuscì però a dare sia alla sicurezza dei lavoratori che allo smaltimento dei rifiuti radioattivi, tanto che il sistema di raffreddamento a cielo aperto contaminò ogni litro delle migliaia che passavano giornalmente tra i reattori. Qui sta la causa della nascita del lago Karachay che oggi conosciamo: il lago Kyzyltash, utilizzato inizialmente, fu rapidamente contaminato; il Karachay era troppo piccolo per sostituirlo, ma i russi se ne segnarono il nome e forse accanto scrissero qualcosa come “discarica”, cosa che poi divenne.
Nonostante la provvisorietà del lago Karachay (i rifiuti sarebbero dovuti tornare allo stoccaggio in cisterne sotterranee, ma non fu mai fatto nulla per attuare tale piano), esso fu sfruttato fino al 1957, quando avvenne il Disastro di Kyštym, in cui le cisterne sotterranee di stoccaggio dei rifiuti scoppiarono per un difetto proprio nel sistema di raffreddamento. L’intera area di Mayak fu contaminata, così come il territorio a nord-est; soltanto questo disastro spinse a maggior cautela le amministrazioni, visto anche l’occhio delle altre nazioni che si stava ponendo sull’asse di conflitto tra USA e URSS.
Il lago ha cominciato però a prosciugarsi a partire dal 1960, diminuendo la sua area fino a raggiungere quota 0.15 km² nel 1993. Alcuni eventi avvenuti a fine anni sessanta (specialmente lo spostamento di polveri radioattive a causa del forte vento) ha spinto la Russia a compiere qualche aggiustamento, ma a distanza non si può fare granché; ci sono voluti infatti otto anni, dal 1978 al 1986, per riempire il lago di 10.000 blocchi di cemento forato per impedire ai sedimenti uno spostamento.
Il lago Karachay nel futuro… dei vostri giocatori!
Questo luogo ha tutto, signori narratori! Sicuramente parliamo di campagne ambientate in gdr che toccano sia, da un lato, il post-atomico (e penso a Nameless Land), sia gdr in cui ogni tanto è bello variare e inserire qualcosa di strano (Mondo di Tenebra), senza disdegnare classici come Sine Requie.
Ma cos’è che mi fa esaltare così tanto? Prima di tutto, ogni volta che vi girate in una direzione che parte dal Lago Karachay per fare altre ricerche spunta fuori qualcosa d’interessante. Se pensiamo infatti alla madre russia e ai suoi temibili ufficiali, vi consiglio di guardar bene l’immagine che si ritrova facilmente in rete del signor Lavrenty Beria, che possiede quel misto di fermezza e freddezza tipico di quegli antagonisti tosti, strategici, politicamente impegnati; una figura alla Andreotti, se mi permettete il paragone.
In secondo luogo, se andiamo un poco nel futuro, abbiamo grandi agganci per atmosfere pazzesche, che richiamano anche (ma non solo e non esclusivamente) Metro: Last Light. Immaginiamo infatti una spedizione in tuta antiradiazione di ultima generazione in cui i personaggi sono circondati da indicatori Becquerel e Röntgen; magari questa spedizione arriva nella zona attorno al 2045, momento in cui il lago è completamente prosciugato e alcuni mutanti (o mutati) hanno preso la zona in “gestione”; immaginate dunque l’incontro tra questi due gruppi, ambientabile anche in un Apocalypse World in cui la dinamica dei Fronti permette una buona gestione delle minacce incombenti sul gruppo di gioco.
Abbiamo poi il segreto-non-segreto: il fondo del lago. Siamo sicuri che la russia abbia posizionato quei 10.000 pezzi di cemento per non far spargere in giro i sedimenti del lago? Oppure quel muro è una semplice “palizzata”, il muro di una cella? Chi vi sarà imprigionato al di sotto? Le ipotesi possono spaziare ovunque, ma in generale verso due direzioni: una creatura mutata molto pericolosa e apparentemente difficile da abbattere; un nuovo tipo di elemento radioattivo, così potente e assurdo da poter danneggiare irrimediabilmente una superficie molto estesa della terra.
Quest’ultima idea può essere presa ed espansa: immaginate che l’allora URSS avesse messo mano ad appunti di personalità del mondo scientifico sull’atomica. Si può prendere spunto dal Progetto Atomico Sovietico: il lancio di questo piano in realtà avvenne solo per il ritrovamento di tali carte, tra cui alcuni appunti proprio di Becquerel e Röntgen. All’interno vi si esponeva una curiosa teoria: c’era la possibilità che i sedimenti di un lago radioattivo, costituito con particolari specifiche e tenuto sottocontrollo per anni, forse decenni, bombardato in periodi specifici da venti radioattivi e poi sepolto sotto cemento, potessero proprio creare il terreno fertile per la produzione dell’elemento di cui parlavamo sopra.
Certo, quest’ultima teoria è molto più fantasiosa delle precedenti, lo ammetto; non sono un esperto, ma è molto suggestiva come base per una campagna di largo respiro, costruita tra complotti e altri tradimenti, segreti di stato e diplomazia internazionale atta a scoprire cosa realmente ci sia sotto a quel maledetto laghetto!
Conclusioni & Sitografia.
Dunque, eccoci giunti alla fine del nostro appuntamento. In calce, vi inserisco la colonna sonora per le vostre campagne in merito al Lago Karachay: nel 1998 la storia ha attirato l’attenzione del famoso (o famigerato?) gruppo Pain of Salvation, che gli ha dedicato un concept album a mio modesto parere molto importante nella loro discografia: One Hour by the Concrete Lake. Effettivamente, questo lago può essere visto come la concretizzazione, passatemi il termine, di un certo tipo di personalità umana contemporanea; i temi toccabili dalle vostre campagne potrebbero dunque essere infiniti!
- Il Lago Karachay su Wikipedia IT
- Wikipedia EN possiede una pagina esclusiva sul caso d’inquinamento del lago
- Antoine Henri Becquerel su Wikipedia IT
- Wilhelm Conrad Röntgen su Wikipedia IT
- Lavrentij Pavlovič Berija su Wikipedia IT
- L’NKVD su Wikipedia IT
- Il progetto per la bomba atomica sovietica su Wikipedia EN
- Metro: Last Light su Wikipedia IT
- One Hour by the Concrete Lake su Wikipedia EN
- Il Lago Karachay su Google
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