Rieccoci a Luoghi Inaccessibili! Devo ammetterlo, quando iniziai questa rubrica nella rubrica pensavo: «acciderbole, tra due o tre luogo finirà il materiale». Invece siamo ancora qui! E questa volta per qualcosa di misterioso e inaccessibile davvero, poiché anche dell’esistenza di questo posto non si ha la certezza. Curiosi? Forza, scendete come me nella Metro-2 di Mosca.
Dalla Russia col trenone.
Russia, 1992. Un giornale letterario russo chiamato Yunost (‘Юность’) pubblica una storia dello scrittore Vladimir Gonik intitolato Abisso (Preispodniaia; ‘Преисподняя’) ambientato in un bunker sotterraneo di Mosca. L’anno successivo, Gonik rilasciò un’intervista con l’editore dello Yunost in cui raccontò che le informazioni su cui si basava lo scritto erano state raccolte nei precedenti 20 anni da loro stessi. Questo significava che sia l’intreccio di bunker e linee, sia il nome stesso di Metro-2, diventavano ufficialmente “vere”.
Dopodiché Gonik rivela di più negli anni a seguire: ha rivelato che bunkers e linee metro furono usate sia dal Politburo of the Communist Party of the Soviet Union, sia dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Ancora di più, Gonik disse che negli anni Settanta il generale Leonid Brezhnev del CPSU visitò personalmente la linea e ci furono moltissime altre informazioni che furono rilasciate al pubblico.
Tutto ciò porto altri giornali, come il magazine Ogoniok, a diffondere e sfruttare sempre più il termine Metro-2.
La conferma dell’esistenza di questo insieme di bunker e linee metropolitane alternative a quella ufficiale manca; i giornalisti hanno evitato direttamente conferme e smentite, forse per la voglia di sfruttare l’atmosfera e il mistero dietro a tutto ciò.
Il dubbio s’insinua con le parole.
La cosa strana è che ci sono parole riguardo ad una costruzione simile a quella poi denominata Metro-2 dal 1991, cioè prima della pubblicazione di Gonik. Inoltre vengono dai loro nemici: gli americani! In un rapporto del Dipartimento della Difesa si legge:
There are important deep-underground command posts in the Moscow area, one located at the Kremlin. Soviet press has noted the presence of an enormous underground leadership bunker adjacent to Moscow State University. These facilities are intended for the national command authority in wartime. They are estimated to be between 200 m (660 ft) and 300 m (980 ft) deep, and can accommodate an estimated 10,000 people. A special subway line runs from some points in Moscow and possibly to the VIP terminal at Vnukovo Airfield(…)”
—Military forces in transition, 1991 (1)
Sempre agli americani, questa volta ai giornalisti del Time, il Deputy Director Broadcaster Igor Malashenko parlò dell’esistenza di Sofrino-2, un edificio poco distante dal Centro di Trasmissione Televisiva di Mosca, costruito in gran profondità per difendersi da una eventuale guerra nucleare.
Tutto però è poca cosa rispetto alla conferma da parte di Mikhail Gorbachev avvenuta nel 2004; certo, non si parla di Metro-2, ma si accenna comunque all’esistenza di:
“una singola linea di metropolitana che correva dal Cremlino lungo la famigerata Nearby Dacha […]. In aggiunta, c’erano trasporti sotterranei che collegavano il General Staff ai numerosi altri edifici governativi. Nel 1991 una posta pnemumatica fu costruito inoltre per collegare l’Edificio del Comitato Centrale del CPSU nell vecchia Piazza di Mosca al Cremlino” (2).
E infine, nel 2008, Shevchenko toccò ancora una volta l’argomento del Metro-2:
“attualmente, la metropolitana del Cremlino non può essere chiamata una arteria di trasporto e, per quanto ne sappia, per il continuo delle sue operazione saranno necessarie maggiori riparazioni: tra le altre cose ci sono molti vani di servizio che prima o poi decadranno nell’utilizzo” (3).
Negazioni & Tratte.
Come tutte le teorie, anche questa ha i suoi detrattori, così forti da pensare persino che Metro-2 non esista. Quali sono le prove di queste negazioni? Prima di tutto, ogni metropolitana che si rispetti deve possedere delle tratte.
Si conoscono i nomi di tre tratte: la D6, la linea per l’Aereoporto di Vnukovo e la linea Ismaylovo; l’unica di cui si ha però una vera esplorazione è la D6. Di questa tratta esistono pure delle fotografie, poiché è l’unica di quei tunnel e di quei bunker ad essere stata esplorata. Appena prima della fermata chiamata, proprio nel tunnel, Universitet-2 c’è un collegamento con la Metro-1 moscovita.
Infine, sebbene esistano tantissimi bunker e molte linee sotterranee a Mosca, non tutte coincidono con quelle che sono le specifiche della Metro-2: ad esempio, il Museo della Guerra Fredda aperto nel 2006 è ospitato da un bunker, il vecchio Tangansky Protected Command Point; ma la sua profondità di appena 60 metri lo rende un pessimo candidato per anche solo ipotizzare la sua appartenenza alla Metro-2, che era di gran lunga più profonda.
Storie di Metro, Spie e Segreti.
C’è tutto l’occorrente per far baldoria, signori. Mosca si rende ottimale per una bella corsa tra quartieri dei proletari, teatri fiorenti di artisti e innovatori del costume e inamidati edifici centri di potere politico e, al contempo, guardie severe e intimidatorie dell’ordine costituito. Questo mondo variegato credo abbia le atmosfere ideali per una versione russa di La Talpa (Tinker, Tailor, Soldier, Spy, 2011) oppure per una serie di avventure tra spionaggio e cliffhangers alla 24. Del film tratto dal romanzo di La Carré sono senza dubbio da notare le interpretazione iconiche di Gary Oldman e John Hurt, tesi nella loro maschera di spie con aplomb inglese. Sicuramente ciò che renderebbe perfetta una campagna di questo genere sarebbe proprio la capacità del Narratore di mantenere vaghe e piene di sottotesto le parole dei personaggi non giocanti, in modo da creare sospetti e supposizioni errate, esattamente come accade nel film.
Un altra linea da percorrere potrebbe essere quella dell’horror tendente allo splattern: scendere nelle profondità, sempre più in basso, fino a trovare aria rarefatta e scoprire segreti che non dovrebbero saltar fuori. Poco tempo fa uscì un film che non ebbe molto successo, The Midnight Meat Train (2008), ambientato nella metropolitana di New York e ispirato ad un racconto di Clive Barker del 1984. In questo film si intrecciano le storie di uno fotografo, interpretato da un Bradley Cooperd d’annata, e di un silente quanto letale passeggero della metropolitana, interpretato da Vinnie Jones. Le atmosfere che si respirano in quel film sfiorano sia, da un lato, quelle lovecraftiane dell’orrore così grande da essere ineluttabile, sia quelle di uno scrittore che con l’horror ha poco a che fare, ma che con la sua scrittura sa evocare bene le sensazioni di panico e mancanza di respiro; mi riferisco a Chuck Palahniuk, specialmente al racconto Guts che vi consiglio di leggere per entrare nel mood.
Infine, un po’ di sano post-apocalittico! Già mi vedo il lettore che recita un mantra, partito fin dall’inizio del post: Metro: Last Light, Metro: Last Light, Metro: Last Light… Ebbene sì! Il videogioco possiede una struttura dal nome D6, che viene però definita maggiormente come base militare che come linea metropolitana; nonostante questo, Metro: Last Light sfrutta in pieno il setting sotterraneo di Mosca e nel migliore dei modi. Inoltre sovverte il classico connubio sotterraneo = pericolo di cui parlavo prima, mettendo radiazioni e gas tossici fuori dalla metropolitana, obbligando il personaggio a farsi strada portando sempre con sé una maschera. Se volete però una ambientazione più vicina alla realtà, vi consiglio di sfruttare la vera D6 per le vostre avventure cartacee e soprattutto l’intera Metro-2, in modo da far girovagare i vostri personaggi più velocemente tra punti della città in mano a differenti clan o bande.
A margine di questo scenario, vorrei consigliare un secondo post-apocalittico leggermente differente in cui il mondo è rimasto senza elettricità; nella città di Mosca il potere, rimasto in mano ai militari che vivono in edifici in decadimento, ma ancora imponenti, viene sostenuto tramite l’utopica ricerca di una zona della Metro-2, chiamato Budello (потрошить), in cui dovrebbe trovarsi la chiave per ridare alla capitale l’elettricità. Un po’ Revolution, a tratti Ember, questa storyline permette ai personaggi di impersonare minatori, messaggeri, doganieri (che controllano le varie stazioni), ex-militari e studiosi alla ricerca del Budello, impostando però anche una serie di sottotrame legate alle macchinazioni dei militari e al lavoro del rifondato Politburo, ormai sostituto dei Servizi Segreti e anche pseudo-inquisizione alla caccia di persone che non credono alla Ricerca Sovietica del Budello.
Fonti
- Metro-2 su Wikipedia [IT]
- Metro-2 su Wikipedia [EN]
- La Metro-2 sul sito della metro russa [RU]
- Vladimir Gonik su IMDb [EN]
- Military Force in Transition su Google Books [EN] (1)
- Fonte di Wikipedia EN per le parole di Gorbachev [RU] (2)
- Fonte di Wikipedia EN per le parole di Shevchenko [RU] (3)
- Politburo del Partito Comunista dell’Unione Sovietica [EN]
- La Talpa su Wikipedia [IT]
- Tinker Tailor Soldier Spy (romanzo) di La Carré [EN]
- 24 (serie televisiva) su Wikipedia [IT]
- The Midnight Meat Train [EN]
- Chuck Palahniuk su Wikipedia [IT] e il racconto Guts [EN]
- Metro: Last Light e Metro 2033 su Wikipedia [IT]
- Revolution su Wikipedia [EN]
- Ember – Il Mistero della Città di Luce su Wikipedia [IT]
- The City of Ember (romanzo) su Wikipedia [EN]
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