Oggi parleremo di un futuro, neanche troppo remoto, in cui l’uomo colonizzerà lo spazio. La storia di oggi parlerà di Marte e dei sui primi coloni terrestri.
La storia
Da qualche tempo gira per la rete una notizia che sa fantascienza e parla del pianeta rosso e di alcune coraggiose persone. Queste persone hanno deciso di colonizzare Marte. Proprio così, stabiliranno una colonia su Marte spendendo i soldi provenienti solo da sponsor e donazioni volontarie, un po’ per la soddisfazione di dire di essere stati i primi ad andarci, e un po’ perchè vogliono girare una sorta di reality show. Non si tratta di un progetto governativo. La NASA o l’ESA non c’entrano nulla. Manderanno gente su Marte e noi seguiremo le loro vicende in streaming dal cellulare, senza muoverci dal nostro salotto. Mars one è il nome del progetto e in questo momento il processo di selezione del reality show interplanetario è nella fase finale. Le ultime 100 persone, da 200.000 che si sono presentate alla prima chiamata, verranno ridotte a 24 individui, scelti per essere i primi umani a lasciare per sempre la Terra.
Verranno addestrati per i prossimi anni e poi inviati sul pianeta rosso a coppie, ciascuna a distanza di due anni dall’altra, finchè non si sarà insediata una colonia autosufficiente. Tra loro ci saranno medici, ingegneri, botanici. Coltiveranno il loro cibo e si procureranno ciò di cui hanno bisogno in loco. Non torneranno, vivranno il resto della loro vita su Marte ed entreranno nei libri di storia. La società che li ha mandati, invece, a fronte di un discreto investimento, si aggiudicherà i diritti televisivi di uno degli spettacoli più interessanti che avremo modo di vedere per un bel pezzo. Ventiquattro persone abbandoneranno la loro vita, a fronte di un notevole rischio di esplodere in aria ancor prima di arrivare a destinazione, per poi vivere un’esistenza intera su un pianeta senz’aria, freddo come l’Antartide e bombardato di radiazioni, mentre chi ha ideato la missione e li ha spediti lassù vivrà e si godrà i frutti del proprio investimento. Quei pionieri sono disposti a morire per lasciare un segno, per sapere che saranno ricordati negli anni a venire. L’iniziativa di quelle persone porrà le basi per una futura impresa di infinito valore per tutto il genere umano
Avventure
“un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità” questa è la prima cosa che ho pensato quando ho letto l’articolo, in effetti questa sarebbe la seconda volta in cui l’uomo mette piede su un terreno extraterrestre, e in questo caso si parla anche di colonizzazione, non solo di una piccola passeggiata, nonostante questa non piccola differenza, proprio da questo confronto tra l’allunaggio e la colonizzazione di Marte possiamo prendere il primo spunto e cioè la celebre frase “Houston abbiamo un problema”. Basta infatti anche un piccolo problema, che sulla terra si risolverebbe in pochi secondi, come una piccola valvola rotta o una porta che non si chiude bene, a creare situazioni potenzialmente disastrose e letali, a causa delle condizioni estreme in cui si lavora, assenza di ossigeno, mancanza di gravità nello spazio, impossibilità di avere rifornimenti in tempi celeri, pensate che attualmente un viaggio verso Marte durerebbe 250 giorni, questo fa si che ogni piccolo incidente crei una crisi degna di un disaster movie.
Immaginiamo ad esempio che il vetro di un oblo’ si incrini a causa di un urto accidentale, se la rottura non viene riparata si disperderà ossigeno rendendo impossibile sopravvivere, a questo punto serviranno degli attrezzi e dei pezzi di ricambio, poi un lavoro di riparazione attento e preciso per evitare altri problemi, come la completa rottura o la perdita degli attrezzi, ma cosa succederebbe se i pezzi di ricambio non ci fossero perché già utilizzati, in fondo stiamo parlando di colonizzare un pianeta, quindi una permanenza indefinita nel tempo, oppure se la riparazione dovesse essere fatta nello spazio durante il viaggio di avvicinamento, il lavoro sarebbe più complesso in assenza di gravità e con il rischio aggiuntivo di perdersi nello spazio se non adeguatamente ancorati alla nave.
Queste possibilità sono ben evidenti nel film “Mission to Mars” che può offrire ottimi spunti. Quindi abbiamo visto come i primi spunti per delle avventure “marziane” sono i problemi legati all’ambiente ostile, adesso passiamo invece agli spunti dovuti al fattore psicologico relazionale, questo aspetto infatti non va sottovalutato ma anzi è motivo di profonda analisi da parte degli scienziati, basta fare un esempio banale per capire come sia importante quest’aspetto, immaginate che il vostro collega d’ufficio abbia una cattiva abitudine come quella di tirare su col naso, durante l’orario di lavoro potete sopportare ben sapendo che poi tornerete a casa e non lo vedrete fino al giorno dopo, trasportate ora questa cosa su Marte, dove non esiste una “casa”, non potete fare tanto facilmente una passeggiata e sopratutto c’è solo lui con cui parlare, sarete costretti per forza a relazionarvi con lui e magari dopo due, tre, quattro volte che gli direte di smettere, dopo avervi accontentato, ricomincerà. Mettiamo il caso che l’abitudine sia più fastidiosa, tipo lanciare frecciatine in continuazione per ogni cosa, ora moltiplicate il fastidio all’infinito, cosa otteniamo? Una polveriera.
Rimanere forzatamente insieme in uno spazio ristretto con poche possibilità di privacy e per un tempo indefinito è fonte di uno stress molto elevato, aumentando le possibilità di liti o di patologie psichiche come ossessioni compulsive, manie paranoidi e quant’altro, la stessa consapevolezza che una sottile parete di metallo e vetro ci separa da una morte certa, non aiuta e può portare a fobie ampliate dall’isolamento. Un buon esempio di questa tematica è il film “Sunshine”, oppure, seppur in modo diverso, l’intramontabile “Shining”. Infine l’ultima tematica interessante è cosa si può trovare su Marte. Sempre nel film Missione to Mars, gli astronauti faranno delle scoperte sugli antichi abitanti del pianeta, scoperte che dalla terra non era possibile fare, oppure, nel caso di fantascienza più spinta, il viaggio verso Marte potrebbe avvenire dopo un periodo di terraformazione e presentare dei risultati inaspettati, anche pericolosi per l’uomo, come succede in “Pianeta Rosso” oppure nel fumetto “Terraformars”, dove un’evoluzione inaspettate degli scarafaggi crea dei nemici mortali per i coloni umani.
Come introdurre tutto questo nelle vostre partite? Per incominciare facendo vivere ai vostri giocatori le varie emergenze e facendogli sentire le problematiche degli ambienti ostili, ad esempio durante il loro viaggio verso Marte qualche sistema può avere un malfunzionamento da riparare, a questo punto con una musica adatta di sottofondo potete iniziare con varie domande “cosa fate?”, “come lo fate?”, “fuori non c’è gravità e c’è pericolo di perdersi nello spazio, come vi organizzate?”, domande semplici che però messe in rapida sequenza possono far crescere la tensione, altre cosa da fare è complicare l’imprevisto, come nei film in cui servono calcoli su calcoli per calibrare rotte, manovre, deviare flussi energetici e quant’altro, ovviamente nessun giocatore si metterà a fare calcoli di fisica quantistica, però si possono introdurre una serie di tiri che simulino la cosa, intervallati da azioni più “fisiche”. Ad esempio “il collettore quantico del generatore di massa fotonica sta collassando, serve un tiro di tecnologia. Il tiro è riuscito e riesci a scoprire che che modificando i collettori laterali si dovrebbe stabilizzare il flusso, ma ti servono più informazioni sulla situazione dei collettori” a questo punto un altro Pg dovrà andare a controllare la situazione vagando fra i labirintici tunnel di manutenzione per poter dare i dati al primo Pg che potrà tentare un nuovo tiro.
Dosando a dovere l’incalzare delle domande, delle descrizioni di luci che si accendono e suoni di allarme, alternandole ai silenzi e al gelo dello spazio profondo, dovreste riuscire a creare la giusta atmosfera. Per quanto riguarda la parte emozionale, il modo migliore è introdurre PNG dai comportamenti strani che peggiorano sfociando in fobie o psicosi, i PG a questo punto dovranno barcamenarsi per riuscire a controllare il loro folle compagno ed evitare che compia atti che mettano in pericolo tutti quanti. Per poter riuscire invece a coinvolgere i PG in questa escalation di follie si deve ricorrere a qualche escamotage come scene plausibili che vede solo lui, oppure aggiungere particolari che gli altri non vedono, se poi le scene coinvolgono altri PG l’effetto sarà maggiore, ad esempio il PG folle potrebbe vedere un suo amico avvicinarsi ad un oblò (visione falsa) proprio prima che effettivamente si rompa, casualmente gli altri PG non erano insieme, per cui la visione del PG potrebbe essere plausibile.
Concludo raccomandando a chi si cimenti in tale atmosfere di far particolare attenzione alle descrizioni dei suoni e dei movimenti, sopratutto agli stacchi tra l’interno e l’esterno, sia dello spazio che quello gelido e inospitale di Marte, importante è anche la descrizione degli spazi angusti, magari spingendo molto sui movimenti ristretti che i PG possono fare senza sbattere contro qualcosa, in ultimo importante anche il puntualizzare ogni volta i gesti dei PNG, in modo da diventare ossessionanti anche nella loro semplicità.
Giochi consigliati
Sicuramente questo spunto si adatta bene ad ambientazioni fantascientifiche come Cyberpunk e il suo modulo Gravità Zero, che tratta proprio i viaggi e gli ambienti spaziali, qui i nostri eroi potrebbero essere assoldati dall’ESA per un viaggio di esplorazione su Marte con rischi annessi, altro gioco che si potrebbe ben adattare è Mutant Chronicles, in questo caso i PG potrebbero essere inviati su qualche luna o asteroide non ancora terraformato per investigare su una colonia distrutta oppure sulla possibilità di colonizzazione del planetoide. Altro gioco interessante da utilizzare potrebbe essere Cthulhutech che oltre alle tematiche trattate nell’articolo potrebbe introdurre le entità oscure tipiche dell’universo lovercraftiano, in questo caso i PG potrebbero essere assoldati dal NEG per viaggiare verso una delle colonie extratterestri distrutte dall’invasione dei Mi-go per cercare qualche importante artefatto, in questo caso suggerirei di leggere il racconto “Il Tempio” dello scrittore di Providence, esempio superbo di come rendere gran parte delle tematiche trattate in questo articolo. Ed ora siete pronti per immergervi nelle profondità dello spazio, dove nessuno può sentirvi urlare….
Link consigliati
– Sito della società che sta realizzando la spedizione su Marte
– Articolo di approfondimento del national Geographic
– Articolo su un esperimento di simulazione di viaggio e vita su Marte
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