La notizia è di stanotte: quest’anno non si terranno le consuete votazioni per assegnare il Gioco di Ruolo dell’Anno 2018. Il premio è già stato assegnato dalla Giuria.
Ebbene sì: dopo un 2017 che ha visto l’atteso ritorno di Dungeons&Dragons anche in Italia, arriva una notizia-bomba che riesce a superare anche il grande ritorno.
“Quanto abbiamo deciso non ha precedenti al mondo”, ci spiega Mirella Vicini, giurata storica, vicepresidente della Giuria e volto notissimo del gioco di ruolo in Italia, “ma del resto neanche il gioco in questione ne ha. Anche solo alla prima occhiata della nuova edizione, ci è parso evidente che quest’anno non c’era alcun confronto.”
Insomma: un gioco di ruolo si dimostra di una superiorità così schiacciante da sbaragliare la concorrenza appena iniziate le danze? Esattamente, conferma il resto della giuria.
“Abbiamo valutato attentamente prima di prendere questa decisione, ma ci siamo resi conto ben presto che era l’unica sensata. La superiorità di questa nuova edizione rispetto a tutti gli altri era inequivocabile.” conferma il coordinatore Davide Scano.
“Di più: vista l’eccezionalità del gioco in questione, e l’importanza capitale che ha nella cultura del gioco, tributargli anche il premio di Gioco dell’Anno è solo doveroso. Non dimentichiamo che il primo gioco di ruolo si era evoluto dai wargame. Ma qui si è andati oltre.”
In effetti non è difficile concordare con Scano: nel momento in cui il vincitore è arrivato in commercio, l’intero settore dei giochi di ruolo ha avuto un’esplosione di pubblico e di mercato tale da eclissare persino il boom del 2000, con la terza edizione di Dungeons&Dragons. Vi ricordate quando trovavate manuali di D&D anche in libreria? Quisquilie, rispetto a ciò che accade oggi sotto i nostri occhi.
“Prima di ogni altra cosa, giocandolo ci siamo divertiti“ aggiunge Mirella. “Quando abbiamo passato l’intera riunione a giocarci, abbiamo capito che c’era qualcosa di più. Credo di aver respirato l’aria del deserto in cui vivevano i nostri personaggi.”
Ma lasciamo ora la parola a Paolo Cupola, presidente della giuria:
“Il Gioco di Ruolo dell’Anno premia la facilità di creazione dei personaggi, la capacità del sistema di incentivare al role-playing, la semplicità per i giocatori di preparare la sessione di gioco, l’elaborazione di nuovi e innovativi strumenti per la conduzione del gioco e lo sviluppo delle campagne. In ognuno di questi aspetti, il novello vincitore segna nuovi termini di paragone che non credevamo nemmeno possibili.“
Il presidente non lesina le lodi, ma, a questo punto, è difficile dargli torto.
“Anche l’ambientazione proposta di default è strutturata in maniera perfetta. Questo gioco è perfetto in maniera quasi ascetica: difficile anche solo avvicinarvisi. Proprio per questo, nei prossimi mesi, vogliamo sfruttare il tempo che avremmo destinato a votazioni superflue per valutare seriamente la proposta di cambiare il nome del Gioco dell’Anno in onore del vincitore. Dopo la rivelazione del 2018, sentiremmo di vergognarci nell’assegnare ogni ulteriore premio a un gioco che non si tratti di PiGiTiNDi.”
Insomma: la nuova edizione di Piante Grasse Telepatiche nel Deserto, noto per le sue innovative meccaniche “masterless” e “diceless”, ha sbaragliato ogni concorrenza passata, presente e futura. Il Gioco dell’Anno cambierà quindi nome in Premio PiGiTiNDi? Pare proprio di sì, con buona pace del “re” Dungeons&Dragons.
Attendiamo le reazioni degli altri editori del GdR, che scommettiamo non potranno dissentire, per quanto a malincuore. In ogni caso, su GdRItalia lo avevamo già presagito in tempi non sospetti.
Non si fa invece aspettare Stefano Rosiello, boss della casa editrice 9Tales, che ha finalmente portato PiGiTiNDi in una veste cartacea. Lo abbiamo contattato immediatamente ed è stato più che lieto di rispondere alle nostre domande, nonostante l’ora.
Tengo a precisare che per “nuova edizione” di PiGiTiNDi si intende esclusivamente un’edizione su carta: PiGiTiNDi è un titolo nato nel 1999 e da allora non è mai stato modificato. Del resto, per definizione, si può perfezionare solo ciò che non è ancora perfetto. (Rosiello)
Quando ha saputo della vittoria?
La giuria è stata così gentile da avvisarmi a mezzanotte di oggi, appena presa la decisione. Erano in visibilio: credo che l’unico a non essere stupito fossi io” (ride)
Non era un po’ eccessiva come sicurezza?
Non è presunzione: è un dato di fatto. Se PiGiTiNDi non aveva ancora ricevuto il premio, è stato solo per colpa dell’invidia e dell’ostruzionismo nell’ambiente del GdR, che ne aveva sempre boicottato un’edizione cartacea.
Addirittura?
Non va dimenticato che PiGiTiNDi nasce in un periodo storico concettualmente travagliato, in cui sul vecchio forum di IHGG un gruppetto di sfigati spaccava le p***e [sic!] su che cosa dovrebbe essere il vero gioco di ruolo.
PiGiTiNDi è oggettivamente tutto ciò che desideravano, solo migliore: è un gioco innovativo e fatto bene, senza master, senza dadi (anche se facoltativi), di concettualità limpida, dedito solo all’interpretativizzazione narrativistica pura e semplice, di matrice lucidamente antaniana. Da vent’anni fanno finta che non esista, solo perché non è stato ideato dai loro guru.
Questa vittoria è solo un parziale indennizzo.
Un indennizzo che vi frutterà parecchio.
Guardi, PiGiTiNDi è venduto nell’ottica What You Can Offer, perché il manuale è gratuito. In teoria avrei potuto finire in rovina. Da quando l’ho pubblicato, ho guadagnato più di quanto abbia fatto con l’edizione italiana di Tenra Bansho Zero in tre anni. Userò quei soldi per pubblicare anche CàSNeD. Faccia un po’ lei.
Un’autentica devozione alla causa? (Lavos-Diabolico)
Guarda, se dici così, significa che non hai mai giocato a PiGiTiNDi. PiGiTiNDi non è un gioco, è un’esperienza di vita. Non puoi dire di aver giocato di ruolo senza aver provato PiGiTiNDi, ecco perché lo boicottano. Vent’anni per arrivare sul tavolo del Gioco dell’Anno la dicono lunga.
E ora? Proprio adesso che lo porto sugli scaffali, arrivano il live di PiGiTiNDi e sessioni di GdR organizzato. Ti pare una coincidenza? Apri Facebook e cerca PiGiTiNDi!
Non è proprio un gioco per tutti…
Sbagliato: è per tutti. Deve essere per tutti [serio]. Interpretare cactus intelligenti telepatici in un mondo distrutto tempo addietro dalla follia dell’uomo, altro che Numenera. Ci sono delle implicazioni storico-politico-social-ludo-luddistico-geoingegneristico da toccare il cuore di chiunque. Se PiGiTiNDi non fa per te, hai dei danni cerebrali. Ma PiGiTiNDi te li può curare, e gratis. Vi pare poco?”
“Dopo tanti anni di giochi di ruolo, PiGiTiNDi è riuscito a insegnarmi ancora qualcosa.” (Vicini)
Letto, riletto e triletto: è un pesce di Aprile. Il vostro Easter Egg per Pasqua ^_^
Ciao 🙂
PS: Non c’è altro posto, quindi vi auguro Buona Pasqua qui ^_^