Il mio nome completo è Francis Gregory Stafford.
Sono un Giocatore.
Non di giochi da computer: di giochi veri, quelli dove ti siedi a un tavolo per giocare con persone reali sedute intorno a te, che puoi vedere, udire e magari tirar loro addosso mezzo biscotto, e li becchi pure perché, be’, sono lì. Gioco da tutta la vita.
Così si presentava Greg Stafford (1948-2018) nel suo blog, The Stafford Codex. Una semplice presentazione per una delle più influenti figure del gioco di ruolo mondiale, scomparso l’11 ottobre 2018. A dare l’annuncio è la pagina della Chaosium Inc., la casa editrice da lui fondata oltre quarant’anni fa, che piange “Il Grande Sciamano dei Giochi”.
Benché (ingiustamente) non sia famoso come Gary Gygax e Dave Arneson, i padri di Dungeons&Dragons, il nome di Stafford è di quelli che hanno fatto la storia del gioco di ruolo. Mai abbastanza apprezzato in Italia, malgrado abbia scritto tra i più influenti giochi a livello di game design.
Fondò la sua storica casa editrice di GdR nel 1975, pochi mesi dopo l’uscita della prima edizione di D&D, ed è stato il cervello dietro ad alcuni dei più importanti titoli mai prodotti.
Non solo l’editore di Cthulhu: Stafford ha scritto di suo pugno titoli che hanno forgiato il GdR moderno. Creatore di Runequest, tuttora esistente, e di Glorantha, la celebre ambientazione del gioco, sulla quale ha sempre mantenuto i diritti di pubblicazione anche dopo aver lasciato la Chaosium nel 1998.
Non solo Runequest, non solo Glorantha. Negli anni ’80 scrive il gioco di ruolo Ghostbusters (sì, quello basato sul film): un titolo oggi dimenticato, che però getta le basi del gioco di ruolo moderno (pensavate che il “dado del destino” fosse stato inventato da Star Wars d6?).
L’altra sua creatura è viva e acclamata al pari di Runequest. Parliamo di Pendragon, un altro titolo storico di grande portata, ispirato alle leggende del Ciclo Arturiano. Un altro titolo colpevolmente sottovalutato nonostante l’accuratezza storica e un game design come pochi altri.
Negli ultimi anni Greg Stafford era ritornato alla Chaosium, contribuendo a risollevarla da una situazione difficile, grazie anche all’amico Sandy “Call of Cthulhu” Petersen, che aveva convinto a collaborare nuovamente.
Insomma: gran parte dei GdR giocati al giorno d’oggi devono moltissimo a questo pioniere. Pioniere in più di un senso: come editore, come autore, come game designer, ma anche come uno dei primi americani nel settore GdR a visitare l’Europa e i giocatori che iniziavano a diffondersi anche là. Anche se sembra destino che i suoi giochi non ricevano dal pubblico europeo la fama che meritano: di certo non in Italia, benché Stafford abbia visitato anche la nostra penisola.
Quasi dieci anni fa, GdRItalia aveva intervistato il “grande sciamano dei giochi”, in un’epoca non facile per il gioco di ruolo.
Potremmo ricordarlo come il creatore di Chaosium, come un game designer, come uno scrittore, come una pietra miliare nella storia del gioco o come un genio di cui si è sempre parlato troppo poco. Ma il modo migliore per salutarlo è attraverso le sue stesse parole:
Giocare di ruolo è un mezzo che ha l’umanità per interagire con la parte più profonda e mitologica di noi stessi. Sono un mezzo per nutrire la nostra anima.
(Greg Stafford)
Oggi diamo l’ultimo saluto a un giocatore.
Recente intervista
https://youtu.be/WPXI06quotY
SIGH!
Ciao 🙂