Ciao a tutti amici e amiche di GdrItalia, non più di qualche settimana fa eravamo tutti ansisosi di trovarci sotto l’albero un fantastico regalo: la nuova fiammante edizione di un gioco a cui la maggior parte di noi sono affezionati e alla quale la maggior parte di noi deve il suo aver giocato di ruolo; stiamo parlando di sua maestà Heroquest.
La vicenda che purtroppo si è conclusa non troppo bene per tutti quanti è stata decisamente strana quindi abbiamo chiamato in causa un addetto ai lavori (dite grazie a Luca Volpino di Wildboar edizioni per essersi prestato alle nostre domande…anche quelle più intime… :D) il quale ci ha fatto chiarezza su alcuni punti decisamente poco chiari dell’intera faccenda.
Ma andiamo con ordine, qualche mese fa ha cominciato a circolare voce di una “riedizione” di HeroQuest per il suo venticinquennale e fin qui tutto perfetto, idilliaco, fantastico e strafiga l’edizione in questione, tuttavia un dubbio sulla questione diritti d’autore albergava già nell’animo dei primi backers i quali si sono visti rispondere sempre in modo abbastanza fumoso da parte della spagnola Gamezone (casa editrice spagnola ma con sede in Canada, ebbene si, altrimenti non avrebbe potuto mettere in piedi la campagna su kickstarter…).
Questa nuova fiammante edizione, tuttavia, avrebbe avuto non solo miniautre fighissime ma anche le regole risistemate (sarebbe stata la volta buona che i punti mente sarebbero serviti a qualcosa anche nel base? Non lo sapremo mai!), così la Gamezone ha lanciato la sua campagna e come da copione e come era ovvio, ha raggiunto in pochissime ore l’obiettivo prefissato ed altrettanto velocemente alcuni utenti hanno cominciato ad esprimere dubbi per vari motivi a partire dalle immagini presentate e dai prototipi delle miniature le quali era tutta roba creata al computer in grafica 3D, ad indicare che nessun lavoro “reale” era stato ancora intrapreso.
In secondo luogo, le dichiarazioni di Gamezone sui diritti del gioco sembravano nebbiose, forse a causa del pessimo inglese in cui erano scritte, ma soprattutto alla luce dello stato legale, piuttosto confuso, del marchio Heroquest.
Questo marchio, infatti, fu registrato ai tempi da HASBRO e Games Workshop; in seguito, in molti Paesi, la registrazione decadde; in alcuni fu ripresa da HASBRO solamente, in altre fu lasciato nel limbo e, negli USA, raccolta da Moon Design, che pubblica l’omonimo gioco di ruolo (un gdr narrativista di Robin D. Laws).
Quindi, circa il marchio, molti utenti espressero dubbi da subito e malgrado le ripetute richieste, Gamezone non ha mai dato una risposta precisa del tipo “Sì, abbiamo il permesso della HASBRO”, invece le loro risposte erano: “Grazie alla legge sul trademark, possiamo farlo” e/o “Stiamo parlando con HASBRO”, dopo tutto dobbiamo ricordare che la Spagna è uno dei Paesi in cui il marchio era stato lasciato cadere, e Gamezone lo ha registrato a suo nome.
Come tutte le epopee che si rispettino il terzo giorno accade qualcosa e Kickstarter sospende il progetto di finanziamento in seguito alla richiesta di Moon Design e sul sito di Moon Design è comparsa la dichiarazione che, molto tempo prima dell’inizio del kickstarter, Gamezone aveva chiesto a Moon Design il permesso di usare il marchio e che Moon Design aveva risposto di sì, a condizione che gli fosse inviata una copia dell’accordo con HASBRO per verificare la legalità del progetto.
A tutt’oggi il fatto che Gamezone non sia stata in grado di produrre questo documento, insieme al fatto che non esista alcuna dichiarazione scritta di Gamezone riguardante un accordo con HASBRO, e al fatto che tecnicamente, avendo la registrazione unicamente per la Spagna, Gamezone potrebbe commercializzare il gioco solo in quella nazione, sta causando un grosso malumore tra il pubblico in quanto da una parte ci sono i “fanboy”, arrabbiati perché non avranno la loro riedizione, dall’altra ci sono (per la maggior parte) professionisti del mondo ludico i quali comprendono appieno il problema (ad esempio, secondo la legge di molti Paesi, non proteggere il proprio marchio equivale ad abbandonarlo); nel mezzo ogni sfumatura possibile di pensiero, da chi ritiene che Gamezone sia una ditta “pirata”, a chi pensa che abbia semplicemente peccato d’ingenuità.
Allo stato attuale delle cose l’opinione più diffusa è quella di ritenere Gamezone, comunque, inaffidabile (o per disonestà, o per avventatezza), ed è molto difficile (diciamo pure impossibile…) che il Kickstarter riprenda. Casomai, se lo riterrà opportuno, Gamezone trasferirà l’operazione su una piattaforma non americana (Kickstarter Inc. ha sede in USA e perciò DEVE rispettare le richieste legali di Moon Design, anch’essa con sede in USA), ma a questo punto i dubbi diventerebbero ancor più stringenti…
Amici di GdrItalia, con questo breve ma intenso articolo speriamo di aver fatto chiarezza sulla vicenda 🙂