Nel 1998 un gruppo di scienziati russi iniziò ad analizzare i resti di un meteorite scoperto al di fuori della città di Mosca. All’interno di tale meteorite, venne rinvenuto un OOPart, ovvero… una vite. Era saldamente incastrata all’interno della roccia spaziale.
Si pensa alle teorie più disparate, ma prima di esagerare o di liquidare la questione in modo troppo rapido, i Geologi eseguono una datazione sulla vite, tramite il classico e validissimo metodo al carbonio 14. Viene scoperto che la roccia è vecchia di circa 300-320.000.000 anni. Problema: la datazione è valida sia sugli atomi della roccia che su quelli ferrosi della vite. Anche la diffusione degli atomi di silicio della roccia sembra indicare che la vite non sia un’aggiunta recente.
Gli esperti sono concordi sull’affermare che la vite è un artefatto, ovvero qualcosa di costruito artificialmente, non può essere il risultato di un processo naturale di alcun tipo. Non è la prima volta che saltano fuori prove o pseudo-prove della vita intelligente sulla Terra in epoca preistorica. Gli OOPart che sono stati trovati e classificati nel corso della storia sono dei tipi più disparati: sfere, viti, ruote dentate, tutti oggetti datati in periodi in cui, talvolta (come nel caso della nostra vite) non esistevano neppure i dinosauri, sulla Terra. Si tratta, appunto, di misteri. Alcuni sono stati chiariti, altri restano lì a prendere polvere assieme alle prove ed alle datazioni, in attesa che qualcuno riesca a venirne a capo.
Non è la prima volta che sono stati scoperti artefatti complessi vecchi di milioni di anni. Nella pagina di wikipedia qui linkata, vengono esposte molte teorie esplicative, ma altrettante vanno a minare la realtà evolutiva così come la conosciamo. Potete sbizzarrirvi nella ricerca delle più incredibili teorie a riguardo di ognuno di questi OOPart, ma noi ci fermiamo qui e passiamo al campo della fantasia applicata al GDR.
Riferimenti e Spunti
Prima di tutto, questo genere di teorie mi riporta subito alla mente lo splendido Manga: Inherit the Stars (Hoshi o Tsugumono) di James P. Hogan e Hoshino Yukinobu. In quest’opera, un famoso scienziato terrestre viene contattato per esaminare un mistero incredibile: sulla Luna è stato ritrovato un cadavere in tuta spaziale che ha tutta l’aria di sembrare, fisionomicamente, un cavernicolo. Da qui in poi cominciano una serie di scoperte una più incredibile dell’altra, complotti governativi, in un susseguirsi di sorprese, risposte e nuovi misteri. Per gli appassionati di fantascienza è una lettura che non può assolutamente mancare e che si collega immediatamente con la nostra storia.
Nel manga, infatti, il corpo viene datato in milioni di anni nel passato e non stupirebbe affatto se una vite del suo mezzo spaziale fosse precipitata dalla Luna fino alla terra in un ammasso di roccia.
Pensiamo poi anche a Contact, un meraviglioso film di fantascienza in cui, sulla Terra e nella nostra epoca, un’astronoma fa una scoperta sbalorditiva. Dallo spazio arriva un segnale misterioso che, una volta decifrato, consiste nel progetto per costruire un dispositivo futuristico ed incredibile in grado di manipolare la gravità fino al punto di deformare lo spazio-tempo, così da permettere viaggi interstellari in un modo non ben chiaro neppure agli scienziati ed agli ingegneri che si occuperanno della sua costruzione. Un film legato a doppio filo alle vicende sentimentali della protagonista, ricco di misteri, di suspance e di colpi di scena. Consigliatissimo.
Perché si dovrebbe dare per scontato che gli “alieni” del film Contact siano effettivamente una popolazione aliena a parte? E se si trattasse degli antichi abitanti del pianeta Terra costretti ad abbandonarlo per chi sa quale ragione?
Ed ecco che passiamo a qualcosa di più attuale, con un collegamento direttissimo. Come non parlare di Interstellar, il meraviglioso capolavoro della Space Opera fantascientifica presente proprio in questi giorni al cinema? Ho visto il film già due volte e devo dire che è veramente meraviglioso. Sicuramente si tratta del film del decennio, ma con tutta probabilità lo si potrebbe collocare tra i capolavori assoluti della cinematografia di tutti i tempi. Si è capito che mi è piaciuto? No? Va bene, pazienza. Ma veniamo al sodo!
Intesrtellar racconta di come la specie umana sia costretta ad andare in giro per l’Universo, cambiando persino galassia, alla ricerca di un pianeta abitabile che possa sostituire il nostro pianeta. Niente salvezza del mondo: la Terra è finita, non più abitabile per il genere umano, fine dei giochi. Se l’Umanità vuole sopravvivere deve trovarsi una nuova casa. Una premessa spettacolare già in partenza, per me. Ma quello che rende unico e meraviglioso questo film è la trama, oltre all’attenzione per la meccanica quantistica ed i principi di relatività di spazio e tempo (nonché della nostra limitata percezione tridimensionale).
Senza spoilerare nulla a chi ancora non ha visto il film (andate immediatamente al cinema, RAUS!), tutto si basa su meravigliosi paradossi temporali e anomalie spaziali. Una cosa come la presenza di una vite dei nostri tempi in un meteorite di milioni di anni fa non sarebbe propriamente possibile per la meccanica quantistica intesa in senso realistico (secondo le teorie oggi più in voga), poiché non è possibile andare indietro nel tempo. Ma nulla vieta che un’antica civiltà abbia già percorso i nostri passi nel remoto passato per poi essersi ritrovata, magari, a vagare nell’Universo in cerca di una nuova casa.
Poniamo il caso che, come nel meraviglioso Battle Star Galactica, un’antica civiltà molto simile alla nostra nel futuro sia stata costretta ad abbandonare il proprio pianeta natale (Caprica) alla ricerca di un luogo misterioso, un nuovo pianeta abitabile, una sorta di terra promessa chiamata, appunto Terra. Le similitudini con Interstellar sono tantissime. Le Dodici Colonie di Battle Star Galactica ed i dodici pianeti candidati alla vita secondo la missione Lazarus di Interstellar… se conoscete ambedue le opere, farete immediatamente il parallelismo.
Quindi, i conti tornerebbero, no? Mettiamo che una antica civiltà abbia abbandonato un lontanissimo pianeta (magari proprio chiamato Caprica) milioni di anni fa, perché scacciata dalla minaccia dei Siloni, esseri artificiali senzienti, macchine evolutesi ad un livello persino superiore a quello degli Umani ma da loro stessi create. Mettiamo che alla fine questa popolazione abbia trovato la Terra e, nel corso di milioni di anni, abbia perduto la memoria delle proprie origini. Sulla Terra, logicamente, non sarebbe strano trovare artefatti vecchi milioni di anni, portati proprio da quella popolazione sul pianeta, con antichissime astronavi che, oggi, si troverebbero in strati sotterranei del pianeta con tutta probabilità inaccessibili a noi (per via delle mutazioni tettoniche, sedimentazioni, etc.).
E se nel futuro estremo di quella civiltà (ovvero il futuro prossimo della nostra), si fosse costretti ad abbandonare la Terra perché, oramai, si è trasformata in un pianeta inabitabile per gli Umani? Sarebbe un bel paradosso se si finisse a cercare casa, nuovamente e dopo un’assenza di milioni di anni, proprio nella stessa lontanissima galassia da cui si è giunti milioni di anni or sono… lì, tra le antiche dodici colonie, oramai profondamente cambiate rispetto al passato. In milioni di anni, d’altronde, non sarebbe strano che, anche per colpa della spaventosa guerra nucleare contro i Siloni, quei pianeti avessero completamente cambiato la propria atmosfera e le proprie condizioni di vita.
Insomma, cosa vi proponiamo con questo spunto? Una campagna che inizi sulla Terra e finisca prima sulla Luna, poi più avanti nel sistema solare e poi spinga i Personaggi, alla ricerca della risposta a misteri incredibili e via via più stupefacenti, a esplorare l’Universo ben oltre i confini del sistema solare. Una Space Opera, insomma. Per questo scopo, non si può non menzionare il bellissimo Traveller, gioco di ruolo edito da Wild Boar e creato appositamente per questo genere di avventure. Possiamo parlare anche di sistemi generici come GURPS, che possiede moduli appositi ad affrontare il viaggio spaziale…
Ma se vogliamo ambientare queste avventure nel futuro estremo, potrebbe essere una bella idea persino affidarsi ad una complessa campagna di Eclipse Phase, un gioco che fa del transumanesimo e dell’esplorazione spaziale i suoi punti forti. Ed ora via, a giocare ed a scrivere avventure 🙂