H.P. Lovecraft e il “gioco horror”
La scorsa settimana ci eravamo lasciati con un’anticipazione: avremmo parlato di uno degli scrittori che più hanno influenzato il panorama letterario e ludico a livello mondiale. Non potevamo non iniziare il 2011 che celebrerà i 30 anni dalla pubblicazione della prima edizione del Richiamo di Cthulhu, senza parlare del maestro di Providence.
Questa settimana la nostra rubrica si occuperà dunque di Howard Phillips Lovecraft, scrittore di Providence oggi considerato uno dei maggiori scrittori di letteratura horror insieme a Edgar Allan Poe.
Le tematiche: Lovecraft non scrisse horror nel senso moderno del termine, ma una quantità enorme di racconti dal tratto molto cupo, tesi non a impaurire il lettore, ma a gettarlo in una profonda angoscia; le atmosfere tetre visitate dai protagonisti e le inquietanti rivelazioni a cui vanno incontro coinvolgono il lettore tanto da trascinarlo all’interno del racconto, provando le loro stesse paure e timori.
I miti: Gran parte dei racconti scritti da Lovecraft sono dedicati a quelli che sono stati in seguito chiamati I miti di Cthulhu, ovvero scritti che narrano di persone comuni che incappano in indizi o in avvenimenti che li conducono a una terribile consapevolezza: prima del genere umano, antiche razze provenienti dallo spazio colonizzarono la terra, per poi sprofondare in un sonno di morte che dura fino ad oggi, nell’attesa del momento in cui si risveglieranno e torneranno a dominare il nostro mondo. Nascono così dalla penna dell’autore alcuni tra i “demoni & mostri” più famosi del panorama horror: i Grandi Antichi, esseri spaziali dai fenomenali poteri e dalle dimensioni colossali, il cui sacerdote è il Grande Cthulhu; divinità cosmiche che comandano l’intero creato dal centro dell’universo senza però avere né intelligenza né una coscienza a guidarli; servitori extraterresti di queste divinità che visitano il nostro pianeta per adempiere alle trame dei loro oscuri signori. Non dimentichiamoci infine i culti di esseri umani folli che pregano per il risveglio dei Grandi Antichi, offrendo loro ogni genere di sacrificio e rito blasfemo.
Tra le invenzioni letterarie di Lovecraft la più famosa, quella che più è rimasta impressa nell’immaginario comune, è il Necronomicon: un antico libro scritto dall’arabo pazzo Abdul Alhazred, contenente tutta la storia degli dei cosmici, dei grandi antichi, dei loro servitori e di come evocarli. Questo pseudobiblium (ovvero libro mai scritto realmente ma citato nei racconti) è diventato così famoso che alcuni fan (persino in questi giorni) sono arrivati a ritenere sia realmente esistente, e che l’autore non l’abbia creato ma ci si sia solo ispirato.
Le ambientazioni: Quasi tutti i racconti, soprattutto quelli dei miti, sono ambientati in città fittizie o realmente esistenti del New England. Si arricchiscono così le leggende su Boston e Salem, e ne nascono di nuove sulle città immaginarie di Innsmouth, Dunwitch e soprattutto su Arkham, che possiamo definire la “capitale immaginaria” di questi racconti, sede della rinomata università Miskatonic e della sua fornita biblioteca dell’occulto. Ognuno di questi luoghi è avvolto da un alone di mistero, dalle grandi città in cui si annidano strani culti, fino ai paesi di campagna in cui lo scarso livello culturale lascia ampio spazio a superstizioni e leggende popolari. L’autore ci narra di luoghi spesso abbandonati in cui l’isolamento porta a ignoranza e deviazioni, in cui i servitori di demoni e divinità trovano ampio spazio per i loro oscuri riti.
I miti ed il gioco di ruolo: Può un simile bagaglio culturale non avere influito sul panorama ludico? Certo che no. Sono moltissimi gli esempi in cui i miti hanno influenzato sia direttamente che indirettamente giochi da tavolo e di ruolo.
Abbiamo per esempio giochi dichiaratamente dedicati a questi racconti, come le varie edizioni dei manuali de Il Richiamo di Cthulhu e il più recente Sulle tracce di Cthulhu, vincitore del Best of Show di Lucca 2010, oppure i famosi giochi da tavolo Arkham Horror e quello di miniature Strani Eoni.
Ci sono anche varie parodie, spesso comic/horror, dei racconti di Lovecraft come Munchkin Cthulhu o il recente gdr inglese Laundry; chi se lo ricorda il Necrognomicon?
Più sottili e meno dichiarati sono i riferimenti che spesso vengono nascosti in molti giochi di ruolo horror: dai mostri dalle fattezze cthuloidi all’onnipresente Necronomicon, fino ad arrivare ai panorami di terrore cosmico ed infinita angoscia molto simili a quelli ideati dallo scrittore di Providence.
Se siete appassionati giocatori di ruolo o lettori incalliti, o meglio ancora entrambi (come nel mio caso), dovete sicuramente molto a H.P.Lovecraft, che non si è lasciato frenare da critiche e dalle barriere culturali della sua epoca, ma ha lanciato le basi per quello che in seguito è diventato un vero e proprio stile, creando l’immaginario comune che ha ispirato molto scrittori moderni (tra i quali Stephen King) e gli autori di famosi giochi di ruolo, che tuttora ci allietano durante le lunghe sessioni notturne.
Sicuramente i miti continueranno ad influenzare il genere di giochi che tanto amiamo, per cui non ci resta che attendere cosa di prospetta il futuro; nel frattempo… Cthulhu Fhtagn!
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