Ryuutama appartiene a una lunga tradizione di giochi di ruolo giapponesi, caratterizzati da ambientazioni peculiari e meccaniche molto originali; nello specifico appartiene a un filone che va per la maggiore di recente nel paese del sol levante, ovvero quello dei giochi “commoventi”. Uno degli esempi di questo filone è Kamiya – Golden Sky Stories, di cui vi parleremo in un’altra recensione.
Nel mondo anglosassone Ryuutama (letteralmente “L’uovo del drago”) è definito come lo “Oregon Trail di Hayao Miyazaki”, ma cosa si nasconde dietro questa definizione? Oregon Trail era un popolare gioco per computer degli anni ’80, in cui il giocatore doveva condurre una carovana di pionieri in Oregon attraversando la selvaggia frontiera del West. Il gioco era caratterizzato da un approccio che oggi definiremmo “sandbox” e il giocatore si trovava ad affrontare minacce e problemi di ogni genere, da una ruota incastrata nel fango a un attacco di nativi americani passando per un attacco di dissenteria. Ogni cosa era un ostacolo e ogni cosa poteva essere fatale. Di Hayao Miyazaki perché… beh, stilisticamente parlando ha uno stile e delle tematiche molto vicine a quelle del maestro.
In realtà però Ryuutama è molto più della somma delle sue parti. Vediamo perché.
Il Mondo di Ryuutama
In questo mondo, che ricorda da vicino un classico mondo fantasy medioevale di stampo europeo, di tanto in tanto le persone sentono il bisogno di intraprendere un lungo viaggio. È una tradizione così consolidata che nessuno fa domande e la persona in questione parte per vivere un’avventura più o meno lunga.
La ragione è che i quattro Draghi stagionali, la cui funzione è un po’ quella di divinità, si nutrono di storie. Queste storie vengono raccolte dai Ryuujin, una razza di studiosi draconici, i quali poi le daranno come nutrimento ai Draghi, consentendo loro di rinnovarsi a ogni stagione e fare sì che il mondo continui a esistere in pace e armonia.
Fondamentalmente l’ambientazione è tutta qui: il resto è “freeform”, i vari dettagli vengono scelti insieme dai giocatori e dal narratore. Dapprima creeranno la struttura base del mondo, un’infarinatura dei regni, le sue minacce, i segreti e altre peculiarità; mano a mano che progrediranno nel gioco andranno a delineare meglio le città in cui si muoveranno per progredire nella storia. Le regole sono molto libere in tal senso, ma si segue sempre uno schema predefinito. Si vocifera dell’imminente uscita di un’ambientazione, ma non è necessaria per godersi appieno l’esperienza di gioco offerta da Ryuutama.
I personaggi
Cosa importante, in questo gioco non interpreteremo eroi invincibili come in altri giochi di ruolo. Non saremo guerrieri, né ladri o maghi; le classi a disposizione dei giocatori sono professioni tipiche di un mondo medioevale: cacciatore, contadino, mercante, menestrello, nobile, artigiano, guaritore. Ognuna di queste classi ha un approccio unico al gioco e alla risoluzione dei problemi e una lista di capacità da cui scegliere, ma le scelte di personalizzazione non si fermano qui. Potremo infatti scegliere l’approccio del nostro personaggio: lotta, magia e tecnico. Nel primo caso saremo degli abili combattenti, nel secondo sapremo lanciare incantesimi e infine, nel terzo caso, sapremo utilizzare meglio le nostre abilità rispetto alle altre classi.
Anche il narratore ha a disposizione un personaggio da giocare, ovvero il Ryuujin, che segue più o meno di nascosto le imprese dei giocatori, aiutandoli talvolta nel momento del bisogno. Ogni Ryuujin è consacrato a uno dei draghi stagionali e a seconda del tipo diverso corrisponderanno poteri e tematiche delle storie; ad esempio il drago di primavera ama le storie di viaggi e scoperte, quello d’estate ama i conflitti e l’avventura, il drago d’autunno predilige le storie personali e romantiche, mentre quello d’inverno preferisce i racconti di tragedie e mistero.
Il sistema
Le meccaniche di gioco sono molto semplici. Ogni personaggio è rappresentato da 4 caratteristiche (Forza, Destrezza, Intelligenza e Spirito), il valore di queste caratteristiche corrisponde a un dado andando in ordine crescente: si parte dal d4 e via a salire al d6, il d8, il d10, il d12 e infine il d20. Quando un personaggio è chiamato a effettuare un test, il narratore sceglie due caratteristiche che ritiene appropriate per l’azione e il giocatore lancia i dadi in questione (nel caso si debba fare un test di Forza pura lancerà due volte il dado di Forza). Il risultato dei dadi si somma e se supera la soglia di difficoltà imposta dal narratore il test è riuscito.
Il combattimento, pur non essendo molto comune nel contesto di Ryuutama, ricorda moltissimo lo schema dei tipici Final Fantasy o Suikoden ed è decisamente astratto: le parti in lotta si schierano su due linee, prima e seconda; i personaggi che si trovano in prima linea possono combattere in mischia e a distanza, mentre quelli che si trovano in seconda possono attaccare solo a distanza, ma ovviamente non possono essere attaccati in corpo a corpo; si può però andare in seconda linea solo se nella prima ci sono almeno tre personaggi. Il narratore e i personaggi possono inserire fino a 5 elementi di scenario che, se usati con creatività, possono fornire un bonus in battaglia. Chi finisce i punti ferita o si arrende perde il combattimento.
Il punto di forza delle meccaniche di Ryuutama è però nel viaggio, vero fulcro del sistema. In questo gioco ogni spostamento è parte integrante della trama e anzi, viene usato per inserire quanti più elementi narrativi e/o ostacoli possibile, proprio come in Oregon Trail. Dagli eventi atmosferici, a un terreno difficile, a incontri per la strada, tutto può essere un ostacolo o una benedizione. Ovviamente i giocatori avranno a disposizione numerose abilità che li aiuteranno nelle loro impresa e, se queste non dovessero bastare, è sempre possibile che il Ryuujin venga loro in soccorso.
Gli equipaggiamenti giocano un ruolo fondamentale durante le avventure offrendo vantaggi importanti durante gli spostamenti, ma non sempre i giocatori avranno a disposizione i soldi necessari ad acquistarli… quindi fate molta attenzione a come li spendete.
Il manuale
Sono rimasto piacevolmente colpito dall’aspetto estetico del manuale di Ryuutama. Il testo è chiaro, scritto molto grande, l’impaginazione è elegante e pulita, mentre tutte le sezioni sono divise in maniera ordinata. Le illustrazioni sono un vero punto di forza, ben realizzate, di qualità costante per tutto il libro e mettono subito nell’umore giusto per giocare. Molti concetti nel manuale sono rappresentati da pratiche e simpatiche icone, che rendono facili da ricordare i concetti espressi. Sarò sincero: era da parecchio tempo che non vedevo un manuale così piacevole da leggere e sfogliare; rispetto ai terrificanti “muri di testo” di Tenra Bansho Zero, Ryuutama è una ventata di aria fresca.
Stile
Ryuutama è un gioco peculiare, difficile da digerire se si è abituati al classico fantasy “alla D&D”, ben lontano dalle storie epiche e dalle lotte violente dei giochi di ruolo a cui siamo più abituati. Infatti spesso le avventure vertono su questioni semplici. Ovviamente nulla vi vieta di immaginare storie di ampio respiro o più “violente” (d’altronde il drago rosso e quello nero stanno lì apposta); eppure a mio avviso Ryuutama dà il meglio di se in un contesto rilassato e ironico, con un gruppo affiatato e capace di agire in sinergia.
Il regolamento è chiaro e veloce sin dalla creazione dei personaggi, un gruppo di personaggi si mette in piedi in una mezz’ora, una campagna ha il via dopo un’altra mezz’ora di preparazione. La risoluzione dei tiri di dado è rapida e il sistema predilige un approccio narrativo alle questioni.
Il concetto è che, a Ryuutama, l’input del GM può essere anche molto libero, del tipo “ok dovete arrivare qua, questa è la mappa, fate vobis”.
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