Ormai da qualche anno in Europa si è diffuso il fenomeno degli incontri dedicati ai giochi di ruolo dal vivo in cui… non si gioca (oppure in cui il gioco occupa solo una piccola parte del programma). Il primo evento di questo tipo è stato lo Knutepunkt, nato nel 1997, che da allora si svolge ogni anno a turno in uno dei paesi nordici (nel 2013 tornerà in Norvegia, dove si è svolta anche la prima edizione). Dopo il grande successo dello Knutepunkt (i 300 posti disponibili per l’edizione 2012 sono andati esauriti in sole 12 ore!), sono nati e si sono sviluppati altri incontri su base nazionale, molti dei quali itineranti e tutti con frequenza annuale: i GNiales in Francia (dal 2004), il Mittelpunkt in Germania (dal 2006), Odraz nella Repubblica Ceca (dal 2008), e infine il Larp Symposium in Italia (dal 2010). Sono tutti incontri dedicati alla discussione e all’approfondimento sul larp, che mettono in programma laboratori interattivi (“Costruisci la tua dentiera da orco!”), dimostrazioni pratiche (“Come creare piccoli effetti speciali elettronici per simulare la magia”), dibattiti tra i partecipanti (“È giusto ingannare i giocatori per ottenere esperienze di gioco particolari?”), e in certi casi anche conferenze e tavole rotonde con esperti.
Meet LARP, di cui vi voglio parlare questa settimana, è invece un incontro nuovo di zecca che si è svolto a Castelfiorentino (vicino a Empoli) gli scorsi 15 e 16 settembre, e che si richiama in parte a questa tradizione ma con un approccio un po’ diverso e fortemente caratteristico, fondato pressoché esclusivamente sulla formazione peer-to-peer. Per questo a Meet LARP non troverete laboratori condotti da un animatore né tantomeno conferenze: quasi tutti gli eventi in programma sono organizzati e gestiti direttamente da tutti coloro che vi partecipano.
Il modello base è il seguente: all’inizio di ciascuna delle fasce orarie in cui è diviso il meeting (separate tra loro dai pasti: colazione, pranzo, merenda e cena), i partecipanti si trovano in plenaria e decidono insieme quali argomenti affrontare; dopodiché si dividono in gruppi di lavoro, ciascuno dei quali sviscera uno degli argomenti scelti e cerca di trarre delle conclusioni, almeno parziali, che saranno poi riferite agli altri partecipanti in chiusura di fascia oraria.
Solo alcune delle fasce orarie sono state organizzate in maniera diversa da questo modello base, anche se destinandole sempre a eventi di ispirazione fortemente cooperativa: sabato sera è stato giocato il classico mini-live Inferi in fieri di Matteo Muratore e Cristiano Mercuri, questa volta in versione “Inferno dei larper” (i personaggi dovevano decidere in quante e quali bolge e gironi dividere il luogo in cui i cattivi larper soffrono la dannazione eterna), mentre il tardo pomeriggio della domenica è stato dedicato al “circolo dei larper anonimi”, il workshop ideato da Lorenzo Trenti in cui, a mo’ di gruppo di auto-aiuto, i partecipanti raccontano a turno le proprie esperienze più traumatiche con i giochi di ruolo dal vivo (e cercano insieme soluzioni per “uscire dal tunnel” dei live brutti).
Tornando ai gruppi di lavoro, gli argomenti da essi affrontati sono stati davvero dei più disparati, e i risultati raggiunti dalle discussioni saranno certamente di grandissimo interesse soprattutto per gli organizzatori di live, ma non solo. Per fare qualche esempio, si è parlato di come affrontare sesso e sessualità nei giochi di ruolo dal vivo, ma anche della definizione del concetto di master; si è stesa una scala dei possibili rapporti tra giocatore e personaggio, e si è discusso di relazioni e differenze tra realismo e simulazione.
Un’altra caratteristica interessante e distintiva di Meet LARP è l’estrema attenzione per la documentazione: in ciascun gruppo di lavoro un partecipante veniva incaricato di prendere appunti su tutto ciò che si diceva e spesso le relazioni conclusive erano riprese con una videocamera, con lo scopo di arrivare a una successiva pubblicazione dei risultati dei lavori, sia in forma di filmati sia in forma scritta.
Insomma, Meet LARP è stata un’esperienza molto piacevole, utile e assolutamente da ripetere, oltreché completamente gratuita (a parte i pasti, comunque buoni e a prezzo più che decoroso). I partecipanti (poco più di una ventina) erano in maggioranza toscani, ma non sono mancate persone provenienti dalle regioni confinanti; per chi veniva da più lontano è stato messo a disposizione un confortevole ed economico ostello della gioventù a cinque minuti a piedi dalla sede dell’evento. A proposito, Meet LARP è stato ospitato all’interno di Meethink, evento contenitore di varie iniziative culturali improntate alla condivisione di esperienze e conoscenze, ed è nato da un’idea dei simpaticissimi e vulcanici ragazzi del Gruppo Nox (tra cui ringrazio in particolare Andrea Marmugi e Leonardo Tomberli), già noti per i loro particolarissimi live in ambientazione Sine Requie. E bravi i nostri toscanacci, continuate così!