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Il 18 aprile 1955 si spegneva a Princeton uno degli uomini più intelligenti della Storia, Albert Einstein.
Einstein aveva dato disposizione affinché i suoi resti venissero cremati e dispersi da qualche parte nel Delaware, per evitare che nascesse una qualche forma di idolatria nei suoi confronti.
Il patologo responsabile dell’autopsia, Thomas Stoltz Harvey (1912-2007), giudicava però un peccato distruggere ciò che restava di quel prodigioso cervello e, detto fatto, rubò la materia grigia del grande scienziato al fine, dichiara, di rivelare al mondo le cause che avrebbero portato alla nascita di tale genio.
L’ospedale lo allontana e di seguito lo fa licenziare; la famiglia, alla fine, non può che accettare il fatto compiuto.
Harvey prepara 240 vetrini con altrettante fettine di cervello, per metterle a disposizione degli studiosi più ferrati di lui nel campo della neurologia, e ripone il resto in un vaso di formaldeide.
Il formidabile cervello resta a casa del patologo per qualcosa come quarant’anni, seguendolo trasloco dopo trasloco un po’ ovunque negli Stati Uniti, finché l’uomo non lo restituisce nel 1998 all’ospedale di Princeton.
A ogni modo, vari scienziati si cimentano nello studio delle celluline grigie del vecchio Albert, e cosa ne viene fuori?
- il cervello pesa 1,23 kg, perfettamente nella media umana
- comprende un numero maggiore della media di cellule gliali che portano il nutrimento ai neuroni
- una corteccia cerebrale maggiormente sottile ma con più neuroni
- alcune aree cerebrali più estese del consueto
Fonti: http://daily.wired.it/news/scienza/2011/04/18/cervello-einstein.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Stoltz_Harvey
Fonte immagine: http://psicocafe.blogosfere.it/2006/09/viaggio-nel-cervello-di-albert-einstein.html
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