Racconto ucronico/postapocalittico ispirato all’ambientazione “Prismville” dei Vitruvians.
Charles Fidelis apre con delicatezza la lettera rinvenuta tra i tomi vecchi di decenni del suo archivio personale. Maneggiare la carta con attenzione fa parte del suo lavoro, custodire con cura le reliquie dell’epoca trascorsa è la sua, diciamo, vocazione.
Davanti a lui, nel suo ufficio adornato da mobili antichi e raffinati, ci sono Sages Marnes e Karl Hoffen, due colleghi divenuti amici dopo molti anni di lavoro insieme nel centro di recupero esemplari antichi della Prismville-14.
Quando, molto tempo prima, esistevano regioni chiamate USA e URSS, c’erano anche dei mezzi di comunicazione detti radio e televisione, ma niente è sopravvissuto al grande disastro, e la gente si mantiene goffamente in contatto con banali sistemi di posta pneumatica.
La guerra atomica tra le due potenze, fomentata da uomini e donne incapaci di scorgere la distruzione globale oltre quella dei propri avversari, aveva portato all’ecatombe l’85% della popolazione mondiale.Per ironia del destino, il grande disastro aveva avuto origine proprio nel periodo nel quale una vaga speranza di miglioramento andava delineandosi: le misure economiche della Perestrojka apparivano come una concreta possibilità di rinnovamento per l’URSS e l’incontro tra il leader russo e quello americano a Reykjavìk nel 1986 parevano, perlomeno, dimostrare un tentativo di disgelo tra i due blocchi.
Purtroppo, dirigenti del Soviet Supremo rancorosi e avidi, incapaci di accettare il tracollo dell’Unione che sospettavano fortemente, avevano attivato i loro agenti dormienti per una serie di attentati atomici nelle principali città occidentali, che i servizi segreti non contrastarono se non mettendo in salvo fette selezionate di popolazione. La guerra atomica di lì a venire avrebbe poi terminato la distruzione iniziata…
I pochi fortunati vivono ora nelle Prismville, città protette dalle radiazioni grazie a campi energetici a rifrazioni prismica, che danno appunto il nome a tali città.
Questi saldi rifugi sono retti da élite di scienziati, che hanno sostituito l‘inutile classe politica alla guida dell’umanità devastata: grazie alle loro conoscenze avanzate, possono proteggere i comuni cittadini e permettere loro di lavorare per il bene comune.
La cultura non è fatta per la gente qualunque, solo gli edotti come lui, Charles Fidelis, possono meritarla e proteggerla, tuttavia il dubbio ora lo assale.
In quella lettera, alcuni scienziati della tarda epoca esprimono la loro approvazione in merito alla creazione degli stessi ordigni atomici che sarebbero stati utilizzati per la distruzione totale.
In molti documenti (accessibili soltanto da chi possiede una autorizzazione di classe A come quella di Charles) si trovano le prove che proprio chi ha scatenato la guerra definitiva, di annientamento, è anche il principale produttore dei campi prismici e finanziatore attraverso soggetti di comodo delle industrie delle città. Chi controlla il motore industriale delle Prismville, la principale fonte di lavoro per le masse pretenziose e affamate, praticamente governa la città stessa.
Questo mette Charles in una posizione scomoda: lui è uno dei pochi “eletti” che può accedere a questi dati, essendo lo stimato amministratore di una delle più grandi raccolte storiche.
A quel punto, ragiona, se qualcuno dovesse leggere quegli appunti, e farli circolare, cose ne nascerebbe tra la gente?
Il malcontento troverebbe una valvola di sfogo, cosa legittimerebbe ancora il potere degli scienziati, i fautori della catastrofe di cui ora la plebaglia deve subire gli effetti?
La città finirebbe in mano ai bruti, che assalirebbero e vandalizzerebbero i pozzi di conoscenza come il suo amato archivio, non c’è dubbio…
E perché lui, Sages e Karl hanno ricevuto una telefonata nel pieno della notte che li esortava a recarsi in ufficio proprio in quel momento? Di chi era quella voce femminile che dimostrava di conoscerli assai bene? Quali erano i suoi interessi in questa faccenda? Dovevano rimanere fedeli a un regime totalitario e brutale o dovevano muoversi per favorire la rivolta?
I tre amici si guardano in faccia, e mentre ciascuno di loro mette nervosamente mano al proprio, pregiato nonché di difficile reperimento, pacchetto di sigarette, il telefono squilla ancora……
Fonte foto: http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-517.htm
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